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Pd in frantumi: a Lecce lasciano in 102

Dopo il risultato disastroso dei ballottaggi si apre la resa dei conti dentro il Pd. Lo scontro è duro sia a livello locale che a livello nazionale

Pd in frantumi: a Lecce lasciano in 102

Dopo il risultato disastroso dei ballottaggi si apre la resa dei conti dentro il Pd. Lo scontro è duro sia a livello locale che a livello nazionale. Nel mirino c'è la linea data al partito dal segretario Matteo Renzi. È lui, secondo la base, il principale responabile della sconfitta dem. E così arrivano le prime stoccate. Le parole di Dario Franceschini non passano inosservate: "Bastano questi numeri per capire che qualcosa non ha funzionato?", scrive il ministro in un post su Twitter pubblicando i grafici dei risultati del Pd a Genova, Parma, Verona e l’Aquila dal 2012 a oggi, in cui si nota una sostanziale flessione del partito. "Il PD è nato per unire il campo del centrosinistra - prosegue Franceschini - non per dividerlo". Ma conseguenze più pratiche cominciano a farsi sentire anche a livello locale con l'addio di ben 102 tesserati al Pd della provincia di Lecce per approdare a Mdp di Speranza.

Le dimissioni dal Partito Democratico sono state firmate anche dal segretario provinciale, Salvatore Piconese, che stamattina ha consegnato la lettera al segretario regionale del partito, Marco Lacarra. "Mi dimetto da segretario provinciale del PD prima della scadenza del mio mandato, prevista il prossimo autunno - ha scritto Piconese - poichè è ormai mia convinzione che il partito abbia abbandonato definitivamente sia il suo originario profilo riformista che la sua originaria identità democratica e popolare. È mia convinzione che vi sia un’incapacità politica e culturale da parte dell’attuale gruppo dirigente nazionale del Pd di costruire un campo largo e plurale di centrosinistra e di aprire una nuova stagione di cambiamento per il partito e per l’Italia". "Le mie dimissioni sono il risultato di una lunga riflessione, che in queste mesi ha messo insieme una serie di valutazioni, fondate e concrete, sul fatto che il Pd sia diventato col tempo altro rispetto alla sua storia e le sue culture di riferimento - ha spiegato ancora l’ex segretario -. Sentendolo, così, sempre più lontano da me e dalla nostra storia politica". "Sono convinto che con l’avvento di Renzi (e del renzismo) il PD abbia volutamente tagliato i fili che lo legavano alla sua storia e alle sue culture democratiche e progressiste di riferimento-ha detto ancora - è come se il principio della rottamazione corrispondesse esplicitamente alla rottamazione brutale e violenta di una storia e di una cultura politica, ossia: quella legata alla Sinistra e alla storia del movimento operaio italiano". Oltre a Piconese (che ricopre anche il ruolo di sindaco di Uggiano La Chiesa), hanno dato le dimissioni dal partito anche Gabriele Abaterusso e Paolo Solito, primi cittadini di Patù e Sogliano Cavour, 3 vicesindaci, 5 assessori comunali, 2 ex sindaci, nonchè numerosi segretari delle sezioni locali del Partito democratico ed ex dirigenti provinciali. "Oggi sono felicissimo di queste adesioni - ha commentato il consigliere regionale Ernesto Abaterusso - che rappresentano un fatto rilevantissimo non solo per la nostra provincia, ma che assumono un’importanza e un rilievo anche a livello nazionale".

La notizia delle dimissioni di massa, e dell’adesione degli ex Pd al soggetto politico coordinato da Roberto Speranza, è stata accolta in modo molto critico dal deputato Salvatore Capone, che ha stigmatizzato "la totale latitanza di Piconese nelle amministrative e ancor più totale assenza degli organi provinciali sul territorio in questi anni".

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