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Primarie, la norma anti Bassolino manda il Pd nel caos

Serracchiani e Guerini anticipano che la direzione del Pd fisserà la data delle primarie al 20 marzo. E si parla di una norma che vieterebbe agli ex sindaci di correre. Scoppiano le polemiche. Renzi alla direzione Pd: "Non ne parliamo fino a gennaio"

Primarie, la norma anti Bassolino manda il Pd nel caos

Acque sempre più agitate nel Pd, diviso per la scelta dei candidati per le prossime elezioni amministrative. Non tanto - e non solo - per i nomi dei candidati, ma anche per le modalità di scelta (primarie si o no?) e i tempi entro cui decidere. Così cresce il nervosismo, specie in due grandi città, Napoli e Milano, dopo che è circolata l'ipotesi di rinviare le primarie al 20 marzo. Ma è anche un'altra nuova regola che, se confermata, fa imbestialire una parte del Pd. Ecco di cosa si tratta: chi è già stato sindaco non potrà candidarsi alle primarie. Per ora è solo una proposta. Sarà discussa nelle prossime settimane dall dirigenza del partito, come annuncia in un'intervista a Repubblica il vicesegretario Pd Debora Serracchiani. Sembra una regola ad personam per tenere fuori "pericolosi ritorni", anche se la Serracchiani lo nega: "Varrebbe anche per Renzi a Firenze e Delrio a Reggio Emilia. È solo un modo per dire che quando un’esperienza si è chiusa, si è chiusa per davvero. Nulla di strano: lui ha già dato". Il nome che il Pd vorrebbe tener fuori è quello di Bassolino. "In direzione ufficializzeremo il 20 marzo come il giorno delle primarie, mettendo ordine e favorendo la partecipazione. E fisseremo le stesse regole ovunque. Chiare, per tutti: da Aosta a Marsala: saranno primarie aperte a tutti i cittadini - chiarisce la Serracchiani - . Mentre per i ruoli politici, ad esempio le segreterie locali, stiamo ragionando se far votare solo gli iscritti".

"Le amministrative non possono essere occasione di rivincite personali - sottolinea il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, in un'intervista alla Stampa - ma devono essere collegate ad un progetto condiviso. Non c’è fretta -assicura- in una delle prossime direzioni del Pd proporremo un election day il 20 marzo con primarie. E sui nuovi paletti per le candidature, Guerini precisa: "Chi ha già fatto il sindaco per due mandati, anche in tempi lontani, è bene lasci il testimone ad altri. Quando un’esperienza è chiusa è chiusa".

La replica di Bassolino

"Renzi non mi vuole come candidato? Bisognerebbe chiederlo a Renzi". Bassolino risponde a così a chi gli chiede in merito ai malumori del Pd sulla sua candidatura. "Ho letto la Serracchiani, ho letto che non sono in cima ai suoi pensieri, va bene, nelle settimane prossime vedremo anche quello che pensa Renzi, lui con il suo nome e cognome. Io leggo rispettosamente la parole della Serracchiani - dice nel corso de La Telefonata di Belpietro - mi auguro che non si vada avanti sulla strada di regole sbagliate e penso che bisogna essere molto attenti a non muoversi in modo irrispettoso verso la città, perché Napoli viene prima di tutto, e verso il Pd locale".

Poi una sferzata polemica. "Il comunicato anonimo del Nazareno, anche come stile, non è una cosa di grande stile. Se nei mesi scorsi avessi visto venire avanti una candidatura con la forza che poteva competere e vincere contro de Magistris il problema non si sarebbe neppure posto. Ma sono passati mesi e mesi e ho fatto una cosa renziana, ho detto 'eccomi'.

La polemica si allarga

Sulla candidatura di Bassolino intervengono anche il consigliere regionale campano dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e il co-responsabile del partito di Napoli, Stefano Buono: "Come avevamo previsto, le primarie per la scelta del sindaco di Napoli si stanno trasformando in una resa dei conti interna, giocata, tra l’altro, con mezzucci che sarebbe meglio evitare. Se nel Pd c’è chi non gradisce la candidatura di Bassolino - aggiungono - promuova una candidatura alternativa, come abbiamo fatto noi presentando Sorbillo, ma non introduca norme che limitano la democrazia e il potere di scelta dei cittadini, altrimenti le primarie sono del tutto inutili. Si può essere d’accordo o meno con la candidatura di Bassolino, ma un candidato che non ti piace lo batti presentando un candidato alternativo, non escludendolo con misure ad personam". Per Borrelli e Buono "gli amici del Pd devono anche spiegarci a che servono le riunioni di coalizione se poi cambiano le regole autonomamente e per risolvere questioni interne".

"Il modo migliore per rafforzare la candidatura di Bassolino a Napoli - sottolinea Miguel Gotor, senatore della minoranza Pd - è stabilire delle norme ad personam per escluderlo dalla corsa a sindaco e quindi dal Pd, trasformandolo in un martire civico di vecchi e nuovi apparati. In questo modo si agevolerebbe la nascita di una lista civica da lui guidata (e il discorso potrebbe valere anche per Roma con Marino) che condannerebbe il partito a una assai probabile sconfitta. Il Pd - sottolinea Gotor - deve uscire dal suo splendido isolamento, cui lo ha condotto il progetto 'partito della Nazione', che significa impegnarsi con umiltà a ricostruire ovunque il centrosinistra, definire con generosità un impianto civico libero e aperto, di cui le primarie sono il primo ineludibile passaggio, e rinunciare a imporre dall’alto inutili regolamenti destinati a rivelarsi un autogol. Con meno di questo le amministrative rischiano di rivelarsi un’amara sorpresa: serve una strategia politica, non continuare a navigare a vista".

"Quando si cambiano le regole ad personam non fa mai bene", sottolinea Gianni Cuperlo, a margine della direzione del Pd.

Bassolino insiste: non si cambiano le regole con il treno in corsa

"Se si voleva cambiare le regole bisognava farlo prima, non ora che il treno è già partito", dice Bassolino ai giornalisti, nel primo incontro pubblico della sua campagna elettorale. "Renzi stesso è figlio delle primarie", ha sottolineato. "Bersani, segretario in carica fu un signore a fissare regole che hanno consentito a Renzi di candidarsi e vincere".

Renzi: propongo una moratoria fino a gennaio

Nel chiudere la direzione nazionale del Pd Matteo Renzi ha proposto "una moratoria sulle primarie fino a gennaio, quando la direzione deciderà". Ed ha aggiunto: "La discussione sia su quando sarà il congresso o quando faremo le primarie rischia di dare al Paese l’idea di essere totalmente dis-assati".

Il premier ha poi ribadito la sua idea: "Propongo di discutere fino al 10-15 gennaio di elezioni amministrative e anche della questione delle primarie ma proporrei il 20 marzo come data nazionale per fare le primarie".

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