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Il Pd di Renzi è in caduta libera: ora il centrodestra è a un passo

I dem continuano a perdere punti: dalle europee bruciati 6 punti. Il centrodestra unito varrebbe il 36,3% contro il 38,6 del centrosinistra

Il Pd di Renzi è in caduta libera: ora il centrodestra è a un passo

Il Pd di Matteo Renzi crolla. È in caduta libera. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana perdono consensi, bruciano quel 40,1% incassato alle europee dello scorso anno. Tanto che il premier inizia a sentire sul collo il centrodestra a un passo. Con la Lega in forte crescita, che raddoppia i consensi rispetto al 2014, il sondaggio di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera rileva come il centrodestra unito veleggi intorno al 36,3%. Sarebbe, dunque, a un soffio dal 38,6% del centrosinistra.

"Il cambiamento di strategia impresso dal segretario Salvini sta dando frutti sia in termini di popolarità del leader, attualmente al secondo posto dopo Renzi con valori raddoppiati rispetto a un anno fa, sia di intenzioni di voto - spiega Pagnoncelli sul Corsera - va ricordato che nella sua storia ultraventennale la Lega ha superato il 10% dei consensi solamente in due occasioni (politiche 1996 e europee 2009)". Gli altri partiti del centrodestra si mantengono su livelli sostanzialmente stabili. Con Forza Italia che, seppur in flessione rispetto alle europee, continua a guidare saldamente il centrodestra con un pacchetto di voti del 14,8%. Anche il Nuovo centrodestra e l'Udc riescono a tener botta: sommati i due partiti supererebbero il 5%,. A questi andrebbe, infine, ad aggiungersi Fratelli d’Italia che si mantiene sopra il 3%.

"Le perdite del Pd sembrano essere sostanzialmente correlate a quelle aree che avevano aperto il credito a Renzi con le elezioni europee e adesso sono in parte rientrate", spiega Pagnoncelli individuando nei "ceti professionalizzati che dopo aver investito sul premier, tendono a tornare nell’area di centrodestra (in particolare Forza Italia)", nei "bassi titoli di studio, le persone di età medio/alta, le casalinghe, da un lato più esposti alla crisi, dall’altro più delusi nelle attese (qualche volta messianiche) verso il governo, che si orientano maggiormente verso la destra (Lega e FdI)" e nei giovani che "si orientano verso la Lega in primis e poi le forze centriste" le maggiori aree di fuga dal Partito democratico.

"Il Pd - continua il sondaggista - sembra quindi almeno in parte perdere il tratto di partito 'pigliatutti' che era emerso con le elezioni europee".

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