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La strategia di Zingaretti per impedire che Renzi stacchi spina al governo

I vertici dem disposti a tutto pur di scongiurare la scissione minacciata da Matteo Renzi. Per convincere l'ex sindaco di Firenze a non lasciare la "ditta", ecco la classica proposta che non si può rifiutare: la presidenza del partito

La strategia di Zingaretti per impedire che Renzi stacchi spina al governo

Il Partito Democratico alle prese con il problema Matteo Renzi. L'ex premier, primo pontiere dell'intesa che ha portato alla clamorosa e inaspettata alleanza di governo con il Movimento 5 Stelle, da tempo lavora alla formazione di un partito tutto suo. Prospettiva che, inevitabilmente, passa da un'uscita dal Pd.

Scissione, insomma. Termine mal digerito dai dem, disposti a tutto pur di scongiurare l'addio del senatore di Firenze. Tanto che, come scrive La Stampa, i vertici zingarettiani stanno pensando di offrigli la presidenza del partito. "In quel caso - ammette un uomo molto vicino all'ex premier - sarebbe molto difficile fare la scissione".

Mossa a cui Renzi lavora da tempo, convinto che in questo Pd non ci sia più spazio per lui e per i suoi fedelissimi, già pronti a formare un proprio gruppo parlamentare alla Camera. Ora, però, può cambiare tutto. Il fatto che si parli di questa proposta fa pensare che la trattativa sia già iniziata. E che Renzi stia riflettendo se fare un passo indietro. Pensare che era tutto pronto. Un gruppo parlamentare autonomo alla Camera guidato da Maria Elena Boschi, una manciata di senatori in uscita dal gruppo dem per entrare nel misto. L'ex segretario dem aveva studiato la strategia in ogni dettaglio. All'inizio, gli zingarettiani pensavano che si trattasse solo di indiscrezioni. Ma le voci sulla scissione si sono fatte via via più intense, tanto da far preoccupare i vertici del partito. Specie in questo momento, con un Pd in leggera crescita nei sondaggi e in trattativa con i 5 Stelle per estendere l'intesa di governo alle Regionali in programma nei prossimi mesi. "Sarebbe la fine del Pd nella sua idea di fondo. E quindi una prospettiva da evitare, specie in una fase in cui Nicola sta puntando molte sue fiches sull' unità del partito", rivela una fonte interna al Nazareno.

Due le date chiave. La prima è il 20 ottobre, ultimo giorno della Leopolda. Nell'ex stazione di Firenze, Renzi prenderà la decisione definitiva: da solo, o con il Pd. La seconda, l'1 novembre, quando Paolo Gentiloni diventerà ufficialmente commissario europeo.

Cosa c'entra Gentiloni? L'ex premier è l'attuale presidente del Pd e Renzi potrebbe prendere il suo posto. La poltrona più ambita del Nazareno tenta l'ex sindaco di Firenze, che dall'alto del suo incarico potrebbe limitare la svolta a sinistra che il partito ha imboccato con Zingaretti e compagni.

Consapevoli di non poter fare a meno di Renzi.

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