Politica

Il Pd sparisce e Martina pensa ai ghiacciai

Il segretario Martina vuole convocare il Parlamento sul clima, non sui conti

Il Pd sparisce e Martina pensa ai ghiacciai

Roma - La politica del Pd? Un miope sulla soglia dei cinquant'anni. Ha la vista difettosa: e deve correggerla con lenti per vedere meglio da lontano ma anche da vicino. Il partito che Matteo Renzi ha lasciato in eredità a Maurizio Martina ora si guarda intorno proprio come farebbe un miope costretto a prendere gli occhiali da lettura per combattere anche la presbiopia. Guarda, infatti, al futuro del mondo, a quello che sarà l'apocalittico scenario del 2030, ma guarda anche ai mercati rionali perché, come suggerisce il neocandidato alla Segreteria Francesco Boccia, è da lì che si deve ripartire. Da un lato, insomma, c'è un segretario in carica, Maurizio Martina, che volge lo sguardo al preoccupante scioglimento dei ghiacci del Polo Nord e dei ghiacciai. Si accorge, leggendo i giornali che hanno raccolto il grido d'allarme lanciato dagli scienziati Onu, che gli effetti prodotti dai cambiamenti climatici potrebbero essere nel prossimo futuro insostenibili e che quindi bisogna intervenire subito. E così lancia la sua proposta, ovviamente servendosi dei social network. Vuole una convocazione straordinaria del Parlamento, magari a Camere riunite, per discutere e soprattutto per prendere delle decisioni al riguardo. Lo spread vola, i mercati sono in fibrillazione, non c'è lavoro, ma l'urgenza per il segretario del Pd è lo stato dei ghiacciai nel 2030. Bisogna, dice, convocare una sessione straordinaria a Camere riunite, manco ci fosse in atto un tentativo di golpe. Peraltro il suo appello non suggerisce niente di nuovo. La ricetta è sempre la stessa: investire sulle fonti rinnovabili e tagliare drasticamente l'uso e lo sfruttamento di combustibili fossili, proprio come suggeriscono gli scienziati dell'Ipcc (Panel intergovernativo sul cambiamento climatico).

E poi c'è il suo potenziale rivale. Francesco Boccia. Un passato nella Margherita e ora uno stretto legame con la corrente del conterraneo Michele Emiliano. Lui fa il cinquantenne di nome e di fatto. È lui l'altra metà del Pd, quella che non ci vede bene da vicino. E in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera annuncia la sua candidatura con uno slogan affatto originale. «Bisogna ripartire dai mercati rionali», come se fino a oggi non si fosse mai fatta campagna elettorale nei luoghi simbolo della doxa. Gli avversari di Boccia sono avvertiti: qui è il nuovo che avanza. E il nuovo, si sa, porta scompiglio e disorienta i nemici. E infatti sono tutte mosse a sorpresa le sue: il nemico da combattere? Ovviamente il partito del Cavaliere («Mai dialogo con Forza Italia»). E poi un cambio di passo con chi ha portato il partito al tracollo elettorale del 4 marzo («La rottamazione è stata un disastro culturale e politico»). Che il fondo sia ormai a portata di mano lo dimostra anche la gaffe fatta nel X Municipio di Roma (da un anno a guida Cinque Stelle). Per annunciare la convocazione di un consiglio municipale straordinario sul Viadotto di Fiumicino nel volantino distribuito si fa il nome dell'attore Luca Zingaretti, tra gli invitati, invece del fratello Nicola, governatore del Lazio. Poi c'è chi è stato illuminato sulla strada di Assisi, come il trentenne (rottamatore?) Dario Corallo che ieri ha annunciato di correre anche lui per la Segreteria del Pd.

Pubblicando sul suo profilo Facebook una foto scattata durante la marcia della Pace, l'ex ufficio stampa di Martina (al ministero dell'Agricoltura) scrive: «io i chilometri lì ho fatti tutti, non come i dirigenti del Nazareno che si sono fermati giusto il tempo di fare qualche foto e poi se ne sono andati».

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