Politica

Il Pd va in procura: “La candidatura della Raggi è irregolare”

Il Pd romano è pronto a presentare una denuncia penale e civile per falso in atto pubblico in merito alla regolarità della sua candidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma

 Il Pd va in procura: “La candidatura della Raggi è irregolare”

Il Pd romano è pronto a presentare una denuncia penale e civile alla procura di Roma nei confronti di Virginia Raggi sulla regolarità della sua candidatura.

Non si ferma, infatti, la polemica nata dopo che le Iene hanno scoperto che sull’atto di presentazione della candidatura di Virginia Raggi i delegati di lista hanno dichiarato, 20 aprile 2016, di aver raccolto 1.352 firme. Firme che, però, sono state materialmente raccolte tre giorni dopo, il 23 aprile. I delegati di lista, gli avvocati Alessandro Canali e Paolo Morricone, rispondono che si è trattato di una possibilità concessa da una sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia e a questa si aggrappano per confermare la validità dell’elezione della Raggi. Anche per Beppe Grillo "l’ipotesi di un errore formale non inficia la regolarità della lista". Le Iene insistono e si rivolgono a Vincenzo Cerulli Irelli, massimo esperto di diritto amministrativo in Italia secondo cui la situazione sarebbe molto più seria di come la descrivono i pentastellati. "Si dichiara una cosa che né i firmatari né il pubblico ufficiale potevano sapere. Se è un atto pubblico siamo di fronte a un falso, altrimenti l’atto è di carattere inesistente", spiega il professore che mette in evidenza anche un altro particolare.

Nell’atto principale della candidatura di Raggi, datato 20 aprile, le uniche firme di sottoscrittori della lista sarebbero solo quelle dei delegati Canali e Morricone che, in questo caso, si sarebbero autodelegati. "E’ una cosa che non sta né in cielo né in terra. Tutti gli studenti, anche del primo anno, sanno che delegatus non potest delegare, quindi che il delegato non può delegare se stesso", aggiuge Cerulli. Canali e Morricone, due vecchi attivisti grillini vicini alla deputata Roberta Lombardi e al presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito (avversari della Raggi) hanno diffidato Le Iene dal mandare in onda il servizio dove la stessa Raggi sembra voler addossare su di loro l’intera responsabilità. "Andate a parlare con i miei delegati, così vi chiarite una volta per tutte", dice.

La sindaca, spiega La Stampa, è serena perché sa che i tempi per un ricorso amministrativo contro la legittimità della sua elezione sono scaduti ma, intanto, il Pd domani dovrebbe andare alla procura di Roma per formalizzare la denuncia per falso in atto pubblico.

Commenti