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Il Pd voleva abolire le Province Ora vuole raddoppiarne i fondi

Nella manovra spunta un emendamento firmato da 33 deputati. Così regalano 500 milioni di euro alle Province

Il Pd voleva abolire le Province Ora vuole raddoppiarne i fondi

Roma. Raddoppiare i fondi in dotazione alle province. È quanto chiede un emendamento alla manovrina inserito tra le proposte segnalate e sottoscritte da 33 deputati Pd con primo firmatario Maino Marchi, capogruppo dem in commissione Bilancio. La proposta chiede di portare a 220 milioni di euro per il 2017 e 480 milioni di euro dal 2018 il fondo per rimpinguare le casse degli enti in sofferenza finanziaria. Il testo approvato dal governo prevede uno stanziamento di 110 milioni di euro quest'anno e di 80 milioni dal prossimo. È chiaro che si tratta di un emendamento dal chiaro sapore elettorale visto che il Pd guida le associazioni delle province (Upi) e dei Comuni (Anci) che oggi a Roma manifesteranno per chiedere più risorse. C'è un altro emendamento piddino che si propone di recuperare consenso su questo tema escludendo dalla spending review gli enti che risultavano in dissesto finanziario alla fine del 2015.

La maggioranza cerca anche di rimediare alla stretta sull'Iva derivante dall'estensione dello split payment mediante rimborsi mensili. Anche in questo caso il primo firmatario è il democratico Marchi anche se vi sono proposte analoghe di Giorgetti (Lega) e Matarrese (Ci). La proposta prevede per i soggetti che effettuano operazioni nei confronti della pa «la facoltà di presentare istanza di rimborso o, alternativamente, effettuare la compensazione in relazione a singole mensilità».

Intanto due problematiche si affacciano all'orizzonte. Ieri Confindustria è tornata a chiedere al governo la proroga del piano «Industria 4.0», cioè il mix di sgravi fiscali e sburocratizzazione per investimenti e startup. Il direttore generale del ministero dello Sviluppo, Roberto Firpo, ha però precisato che la materia è allo studio ma «gli spazi di manovra sono risicati». Ecco perché, come sottolineato dal Giornale, si pensa a un allargamento e a un estensione della rottamazione delle cartelle agli accertamenti. Allo stesso tempo, i bersaniani hanno alzato il prezzo della permanenza in maggioranza ponendo il veto sull'approvazione di qualsiasi emendamento possa configurarsi come un ripristino dei voucher. «Per noi è dirimente che nella manovrina fatta per correggere i conti pubblici non si facciano entrare dalla finestra gli stessi voucher che hanno fatto uscire dalla porta. Noi faremo le barricate», ha dichiarato il capogruppo a Montecitorio di Mdp, Francesco Laforgia. «La rinascita di questo strumento di precarietà, sotto mentite spoglie - ha sottolineato - sarebbe, per noi, inaccettabile».

Il presidente della commissione Finanze, Maurizio Bernardo (Ap), ha invece proposto di inserire nella manovrina la riforma degli studi di settore che li trasformerà in indici sintetici di affidabilità.

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