Politica

Il Pd vuole il carcere per gli odiatori sui social

Proposta per estendere la legge Mancino Minacce on line alla deputata Ascani

Giuseppe De Lorenzo

Altro che eliminare la legge Mancino. Se fosse per il Pd, il ministro Fontana dovrebbe mettersi l'anima in pace. Anzi. Come in un politico «lascia o raddoppia», i dem rilanciano l'offerta e provano ad allargare le maglie della norma sui «crimini di odio».

La proposta è stata presentata in Senato da Paola Boldrini e sottoscritta, tra gli altri, anche da Valeria Fedeli. L'obiettivo è applicare all'«odio in rete» la legge che già punisce la propaganda e l'istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Non solo. Perché i piddini intendono anche aumentare la pena prevista, passando dall'attuale reclusione fino ad un anno e sei mesi al carcere fino a tre anni. Punizione quasi triplicata. Il motivo? La piega che hanno preso le interazioni social dicono - «rappresenta un serio pericolo per la sicurezza e la convivenza della comunità sociale».

In sostanza chi dovesse esprimere su «internet, i social network o altre piattaforme telematiche» frasi valutate come offensive, potrebbe incappare in una dura condanna. Resta da capire che cosa rientrerà nella (nuova) fattispecie di reato definita «discorso d'odio». Si va dalle espressioni utilizzate per «diffondere, propagandare e fomentare» l'odio e la violenza basate su motivi «razziali, etnici, nazionali e religiosi» a quelle che discriminano «sull'identità di genere, sull'orientamento sessuale e sulla disabilità».

In fondo il Pd è da tempo in battaglia con il lato oscuro del mondo dei social network. Orfini nei giorni scorsi ha lanciato una campagna per raccogliere un dossier sulle fake news con l'intenzione di spedirlo alla polizia postale. E lo stesso ha fatto Renzi.

Ieri poi la deputata umbra Anna Ascani ha denunciato alle autorità le minacce di morte ricevute on line dopo aver svelato una bufala su un (falso) esponente Pd che sperava di vedere Salvini e Di Maio sotto le macerie del ponte di Genova.

Dagli esposti al disegno di legge, il passo è stato breve. E così è nato il testo dove non mancano idee per «alfabetizzare» gli italiani, con interventi sui mezzi di comunicazione e iniziative nelle scuole.

Il tutto, ovviamente sostengono, senza limitare la libertà di pensiero.

Commenti