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Peculato, Giorgetti: "Non c'entro nulla col blitz". Ma diserta i banchi del governo

Il nel mirino del M5S per lo stop al ddl Anticorruzione sul peculato. E in Aula non siede ai banchi del governo

Peculato, Giorgetti: "Non c'entro nulla col blitz". Ma diserta i banchi del governo

Ora Giorgetti risponde ai "sospetti" di Di Maio. "Secondo me non c'è alcun tipo di problema", dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio commentando le indiscrezioni pubblicate dal Giornale. È contro il braccio destro di Salvini che il M5S punta il dito per lo scivolone sul ddl anticorruzione, quando il governo è andato sotto sul voto segreto.

La questione riguarda la norma sul peculato, rientrata dalla finestra dopo le opposizioni grilline. Dietro la sconfitta gialloverde sull'emendamento di Catello Vitiello, sospettano i pentastellati, potrebbero esserci i parlamentari leghisti visti particolarmente attivi in quei frangenti. In fondo pochi giorni prima il Carroccio aveva presentato una norma identica, poi stralciata per amor di alleanza di governo. I pentastellati pensano che dietro il tiro mancino ci sia la manina di Giorgetti. Certo, oggi Di Maio smentisce le accuse: "Il tema del voto segreto e di quello che è successo in Aula io l'ho derubricato ad un incidente, perché la buona fede è testimoniata dal fatto che la maggioranza, e quindi non solo il M5S ma anche la Lega, si sono impegnati ad approvarla ancora in minor tempo". E anche il capogruppo M5S D'Uva definisce i retroscena delle "falsità".

Anche Salvini è sceso in campo a difesa del sottosegretario e per smentire screzi nel governo: "Non c'è nessun tema Giorgetti nel governo", chiarisce Matteo Salvini all'AGI. "Non ci interessano le chiacchiere, il governo è compatto per risolvere i problemi del Paese"

Sospetti però che l'interessato rispedisce al mittente. "Secondo me non c'è alcun tipo di problema", dice Giorgetti. "Confermo: è un inciampo. Ma io non c'entro proprio niente. Ma figuriamoci se con tutto quello che c'è da fare mi metto a far scoppiare la crisi". Solo che non è sfuggita a nessuno la mossa del sottosegretario, che prendendo posto in aula ha "disertato" i banchi del governo e si è andato a sedere tra gli scranni della Lega.

Lasciando da solo il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

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