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Pellicce colorate e tacchi in plexiglass L'allegria è glamour

Foliage in Canada per Moncler Gamme rouge. Le ragazze hip hop di Miu Miu

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Parigi Divertire e far pensare, trovare una terza via tra essere e apparire, riuscire a fare la voce grossa senza urlare. Miuccia Prada centra perfettamente l'ambizioso obbiettivo con la collezione Miu Miu del prossimo inverno in passerella ieri a Parigi: un inno al glamour più sfacciato ed esagerato che si possa immaginare per cercare un dialogo e forse una soluzione con chi non si pone nemmeno il problema di quel che sta succedendo nel mondo. La sfilata si svolge come sempre nella sala ipostila del Palais d'Iena stavolta interamente ricoperta di peluche lilla. «Fa pelliccia, fa glamorous, fa stupido che al momento è la mia parola preferita» dice la grande signora del made in Italy aggiungendo poi la cosa più intelligente e vera da dire in questo momento storico: «Non ci si deve chiudere nel proprio guscio e rimanere arroccati nella nicchia dell'intelligentia, bisogna rimanere sofisticati e profondi ma anche accessibili e comprensibili a tutti». Ecco quindi una marea di allegre e bellissime signorine impellicciate dalla testa ai piedi, cioè con esagerate casquette di pelo ecologico rosa, celeste, giallo, lilla, verde oppure fuxia sopra a giganteschi cappottoni sempre in peluche come del resto gli stivaloni e alcune delle stupende scarpe con tacchi dorati o di plexiglass tempestati da strass, perle e cristalli.

L'immagine è una raffinata parodia della cosiddetta hip hop girl, ovvero la fidanzata di un tipaccio che facendo musica pop ha fatto un mucchio di soldi e non perde occasione di esibirli anche e soprattutto sui social media. Insomma proprio il contrario di quel che piace a Miuccia e proprio per questo ancor più interessante perché l'aspetto parodistico è abilmente nascosto sotto a un sublime uso del colore e a un senso della misura anche nelle cose più smisurate che rende tutto plausibile e desiderabile. Si può dire lo stesso di Moncler Gamme Rouge, una delle più belle sfilate di Parigi e del marchio in generale. Stavolta Giambattista Valli parte dagli spettacolari colori delle foglie in autunno nella terra dei Grandi Laghi Canadesi e arriva all'essenza del glamour invernale. Al posto del classico piumino stavolta ci sono tanti magnifici cappottini in tweed probabilmente doppiato di tessuto tecnico oltre a montoni e pellicce tinte nelle stesse preziose tonalità del cosiddetto «Foliage». A questo spettacolo della natura che in Canada è di una bellezza struggente è dedicato un sublime cardigan di maglia pesante e la stampa di un grosso zaino.

Il resto è un gioco divertito e divertente tra il minitailleur di tweed e i buffi bermuda, il giaccone del ranger e i calzettoni con le ballerine, la moda intesa come necessità primaria anche quando fa un freddo da morire. Parigi chiude in bellezza questa interminabile stagione del prét-à-porter per il prossimo inverno con la faraonica sfilata Vuitton organizzata nella cour Marly del Louvre, un luogo di rara bellezza nel cuore del museo più bello e più visitato al mondo. Bernard Arnault, l'uomo più ricco di Francia oltre che fondatore e Deus ex machina del Gruppo LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy) ha infatti firmato un accordo biennale con Jean-Luc Martinez, direttore e presidente del Louvre per le sfilate del brand, una cosa senza precedenti. Tanto per dare un'idea anni fa Ferragamo sfilò nel porticato esterno offrendo poi un'indimenticabile cena a due passi dalla Gioconda. Stavolta siamo davanti all'ala Denon, dove è in corso la mostra Vermeer e i maestri della pittura di genere che ha fatto arrivare a Parigi 12 delle 37 opere esistenti al mondo del maestro di Deft. Lo straniamento è totale anche se alcuni vestiti sono molto belli: tutte le sottovesti da sera come laccate, pellicce e montoni che hanno qualcosa di etnico pur non essendo riferibili a nulla. Desiderabili oltre ogni dire le borse e i bijoux d'argento appesi dappertutto. Manca un po' l'anima, ma il direttore creativo della griffe, Nicholas Gesquiére, è fatto così, prendere o lasciare. Molto diversa e comunque bellissima la collezione di Alexander McQueen disegnata da Sarah Burton. Questa dolce signora inglese parte dall'antica leggenda celtica dell'offerta di abiti e stracci alle fonti e agli alberi del bosco per ottenere in cambio salute e prosperità.

I suoi clootie tree toccano il cuore oltre che il corpo delle donne.

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