Politica

Pensionato decapitato in manette il nipote

Valentina Carosini

Genova Un'ammissione fatta a se stesso, rimasta impressa nei nastri delle intercettazioni ambientali. È stato questo a incastrare Claudio Borgarelli, infermiere 55enne arrestato ieri mattina a Genova dai carabinieri del nucleo investigativo per il delitto di Lumarzo. Sarebbe lui il presunto assassino dello zio, Albano Crocco, il pensionato ritrovato massacrato e decapitato lo scorso 11 ottobre nei boschi di Craviasco, frazione del comune nell'entroterra del genovesato.

Omicidio aggravato premeditato, occultamento e sottrazione di cadavere i capi di imputazione. Fondamentali per le indagini le intercettazioni ambientali nelle quali Borgarelli avrebbe ammesso di aver ucciso Crocco. «È anche giusto che faccia così, tanto l'ho ammazzato»: questo quanto registrato dai microfoni ambientali, una ammissione fatta parlando tra sé, a voce alta.

Secondo gli investigatori il movente sarebbe legato a una disputa per l'accesso ad un sentiero per un terreno nei pressi dell'abitazione di Borgarelli, che l'omicida voleva chiudere all'accesso delle auto e che lo zio usava invece per andare a funghi, come aveva fatto la mattina della scomparsa. In quei boschi era stato ritrovato il corpo lo scorso 11 ottobre.

Sull'accesso delle auto sarebbe nato un contrasto tra zio e nipote. I filmati delle telecamere invece, quelle di casa di Borgarelli più altre sparse sul territorio da Lumarzo a Genova hanno permesso di chiarire gli spostamenti dell'uomo. Borgarelli è stato ripreso la mattina della scomparsa dello zio con un sacco in una mano e nell'altro braccio un evidente rigonfiamento. Secondo gli inquirenti avrebbe nascosto proprio sotto la giacca il machete utilizzato per compiere il delitto e decapitare la vittima. Successivamente stato immortalato anche a Genova, mentre scaricava tre sacchi di rifiuti in diversi bidoni dell'immondizia, collocati in un quartiere dell'alta Valbisagno. Gli stessi sacchi che avrebbe detto di aver gettato via in un cassonetto, vicino alla sua abitazione.

Borgarelli, difeso dall'avvocato Antonio Rubino, è stato trasferito nel carcere di Marassi.

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