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Pensione per 4mila mamme Regalino di Poletti alle donne

All'incontro con i sindacati mini concessione sull'Ape. Dal 2019 più ricchi gli assegni sotto i 2mila euro

Pensione per 4mila mamme Regalino di Poletti alle donne

Sconto sui contributi, ma solo per le mamme. Massimo due anni in meno di contributi per accedere all'Ape social. Ma solo se si hanno figli. L'offerta del governo ai sindacati sulle pensioni in rosa è ancora meno generosa delle previsioni. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha sostanzialmente specificato meglio la proposta preparata dai consulenti di Palazzo Chigi per aiutare le donne, penalizzate dal mercato del lavoro, da carriere discontinue e dalla riforma Fornero.

Tutto nasce dalla constatazione che pochissime donne hanno chiesto l'Ape social, cioè l'anticipo pensionistico di tre anni gratuito, riservato ad alcune categorie di lavoratori e a chi ha iniziato da giovane a lavorare. Poche donne soddisfano il requisito relativo ai contributi, minimo 30 anni di versamenti e che per questo sui circa 66mila lavoratori che hanno richiesto l'Ape social, solo un terzo è donna. Con la nuova misura si dovrebbero aggiungere altre 4mila aspiranti pensionate. Poletti ha assicurato che «lavoreremo alla possibilità di abbassare di massimo due anni i requisiti contributivi per le donne con figli».

Nel dettaglio, il piano prevedrebbe di concedere sei mesi di sconto sui contributo per ogni figlio. Per raggiungere il massimo consentito, quindi, sarebbe necessario essere madre di quattro figli.

Microregalo assistenziale, molto diverso dalle proposte fatte un anno fa dal consulente di Matteo Renzi, Tommaso Nannicini, basate su un alleggerimento dei requisiti per accedere all'Ape volontaria. L'anticipo pagato dallo stesso pensionando, ma che sul breve termine compromette i conti della previdenza. È «una risposta molto più forte di quella presentata dal governo, che è dignitosa ma parziale», ha commentato la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan.

Tra gli impegni presi da Poletti sulle pensioni in essere, il ritorno al recupero dell'inflazione previsto precedente alle modifiche introdotte dai governo Monti e Letta. Quindi un ritorno alla normativa Prodi che prevedeva un recupero totale dell'inflazione programmata per le pensioni fino a cinque volte la minima (quindi poco sopra i 2.000 euro).

Ma i dettagli sono da definire. «Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti si è impegnato ad incontrarci prima che la legge di Bilancio venga incardinata perché ad oggi non siamo in grado di conoscere le risorse e compiere una valutazione generale sulle proposte del governo», ha spiegato il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo. «Per noi il blocco dell'aumento dell'età pensionabile dovuta all'aspettativa di vita è dirimente per valutare tutto il lavoro ai tavoli», ha aggiunto la leader Cgil Susanna Camusso. Un capitolo a parte è infatti quello dello scatto che nel 2019 porterà l'età pensionabile di tutti a 67 anni per l'adeguamento alle aspettative di vita.

Il governo su questo non cede. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha posto dei paletti. Il ministro è infatti impegnato a tenere la prossima legge di Bilancio dentro il «sentiero stretto» delimitato dalla correzione del deficit dello 0,3% e gli impegni presi sul fronte della decontribuzione.

La legge di Bilancio non accontenterà tutti. E forse nemmeno la nota di aggiornamento del Def, in programma per il 27 settembre, ma che potrebbe approdare in Parlamento una settimana prima. Il governo teme che il voto al Senato del Def, con la flessibilità concessa dall'Europa, sia compromesso da un altro provvedimento molto più combattuto, lo ius soli.

Se la nota dovesse essere bocciata, il governo dovrebbe coprire altri cinque miliardi.

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