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Pensioni, tasse e sussidi Gialloverdi nel pantano: le coperture non ci sono

Lega e M5s in difficoltà su Fornero e reddito di cittadinanza. In arrivo norme annacquate

Pensioni, tasse e sussidi Gialloverdi nel pantano: le coperture non ci sono

Per ora gli unici conti che tornano sono quelli politici tra i partiti di maggioranza, entrambi d'accordo nel chiedere di più al ministro dell'Economia.

Al primo vertice sulla legge di Bilancio Matteo Salvini e Luigi di Maio hanno preso atto della situazione illustrata da Giovanni Tria. In sintesi, pochissime risorse e il rischio che i mercati chiedano rendimenti più alti per acquistare i titoli di stato italiano.

Nonostante queste premesse, al prossimo incontro - probabilmente già oggi - M5s e Lega sottoporranno al responsabile di via XX settembre altre priorità.

In particolare interventi su pensioni e cuneo fiscale da inserire nell'agenda della prossima legge di Bilancio oltre all'estensione del regime dei minimi per le partite Iva e il reddito di cittadinanza.

Salvini e Di Maio si sono messi a caccia di novità da presentare agli elettori ed è così che è tornata in campo la riforma della riforma Fornero, quindi, pensione anticipata con quota 100 (dalla somma dell'età anagrafica e degli anni di contribuzione). Meno probabile il ritiro con soli 41 anni di contributi. A rimettere in gioco la riforma previdenziale è stato Matteo Salvini. È l'elettorato della Lega ad essere più sensibili al tema.

Ma è difficile che il ministro Tria dia il suo via libera. Non solo perché non si trovano le coperture; fare passare in Europa un provvedimento che mette in discussione l'equilibrio dei conti della previdenza è un'impresa difficilissima che comprometterebbe la principale richiesta dell'Italia alla Commissione europea, cioè uno sconto sugli obiettivi del deficit per circa 11 miliardi di euro.

È da leggere come un tentativo di cercare consensi anche il proposito di tagliare le pensioni d'oro. Ieri il vicepremier Di Maio ha ribadito l'intenzione di «eliminare tutte le pensioni d'oro, vale a dire quelle sopra i 4mila euro netti, per tutti quelli che non hanno versato contributi». Altro proposito difficile da realizzare, anche perché le pensioni più alte sono quelle che corrispondono di più ai contributi versati.

Lo stesso leader pentastellato ieri ha rilanciato l'idea di tagliare il cuneo fiscale, cioè la differenza tra quanto percepisce un lavoratore e il costo dello stesso dipendente per il datore. «Vogliamo abbassare il costo dei contratti a tempo indeterminato e a breve avrete tutti i conti», ha assicurato a Radio24. Una misura pro imprese per compensare le penalizzazioni contenute nel decreto dignità. E per cercare i consensi che il reddito di cittadinanza (verosimilmente una versione allargata del Reddito di inclusione del governo Gentiloni) non gli ha portato. Di Maio è d'accordo a fare subito la riforma delle pensioni.

Sul fronte fiscale, oltre all'allargamento del regime dei minimi ad altre 400mila partite Iva, è spuntata tra le proposte governative anche quella di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni che vorrebbe applicare la flat tax al 15% solo ai redditi incrementali, cioè aggiuntivi rispetto a quelli dichiarati nell'anno precedente.

Per al ministero dell'Economia l'unico provvedimento che fa passi in avanti è la «pace fiscale». Una sanatoria che entrerà in vigore dal 2019 portando risorse che comunque non potranno essere contabilizzate tra le coperture della legge di Bilancio. Tria dovrà spiegare come troverà 20 miliardi per correggere il deficit e aumentare l'aumento dell'Iva e poi come finanziare tutte le misure messe in agenda.

Una coperta inesistente più che corta.

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