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Dal Pentagono 3,6 miliardi per il muro: Trump esulta, furibondi i democratici

Stornati i fondi destinati ad altri 127 progetti per costruire 280 km della barriera anti immigrati. Lavori al via tra 135 giorni

Dal Pentagono 3,6 miliardi per il muro: Trump esulta,  furibondi i democratici

New York - Oltre 280 km di muro «made in Trump» con i soldi delle guerre. La famigerata barriera al confine con il Messico torna al centro dell'agenda politica americana (e delle polemiche): il capo del Pentagono Mark Esper ha dato disco verde al dirottamento di 3,6 miliardi di dollari di fondi dal bilancio della Difesa per finanziare progetti legati alla sua realizzazione. In una lettera alla commissione servizi armati del Senato - resa nota dalla Cnn - Esper ha autorizzato la deviazione del denaro destinato a 127 progetti di edilizia militare in patria e all'estero, non ancora resi noti. Prima di rendere note nel dettaglio le sospensioni, infatti, dovranno essere notificati a Capitol Hill. I piani non verranno cancellati, ma solo rimandati, pur se il Congresso dovrà trovare nuovi fondi per realizzarli.

Nella lettera non il capo del Pentagono non ha menzionato la parola muro, ma ha spiegato di aver «stabilito che sono necessari 11 progetti di costruzione militare lungo il confine meridionale con il Messico, con un costo totale stimato di 3,6 miliardi di dollari, per sostenere l'utilizzo delle forze armate in relazione all'emergenza nazionale». Emergenza nazionale che il presidente Donald Trump ha dichiarato nel febbraio scorso per poter attingere a fondi già allocati dai bilanci di varie agenzie federali da destinare alla barriera, dopo che è stata bocciata in parte la sua richiesta di 5,7 miliardi di dollari. «Questi piani scoraggeranno l'ingresso illegale negli Usa», ha ribadito Esper.

La costruzione dovrebbe iniziare tra 135 giorni nelle aree in cui il governo federale è già in possesso dei terreni lungo il confine, e in generale gli 11 progetti riguarderanno Arizona, New Mexico e Texas. La mossa ha suscitato le ire dei democratici, secondo cui si tratta di una violazione dell'autorità del Congresso nello stabilire il budget di spesa. «Rubare denaro dall'edilizia militare, in patria e all'estero, minerà la nostra sicurezza nazionale, la qualità della vita e il morale delle nostre truppe, e questo rende davvero l'America meno sicura», ha tuonato la speaker della Camera, Nancy Pelosi.

«Questa decisione danneggerà importanti progetti già pianificati» ha attaccato da parte sua il leader della minoranza dem in Senato, Chuck Schumer. «È uno schiaffo in faccia ai membri delle forze armate che servono il nostro paese - ha aggiunto - Trump è disposto a cannibalizzare finanziamenti militari già assegnati per rafforzare il proprio ego e per un muro che aveva promesso sarebbe stato pagato dal Messico». Schumer ha spiegato che la deviazione dei finanziamenti ritarderà anche progetti di edilizia militare all'Accademia militare di West Point.

Una dura condanna è arrivata anche da Jack Reed, dem alla commissione servizi armati del Senato, secondo cui si tratta non solo «di un tentativo di dirottare fondi, ma anche di trasferire il potere dal Congresso al presidente». «Chiaramente questa amministrazione sta cercando di eludere l'autorità di Capitol Hill e questo tentativo sconsiderato dovrebbe essere legalmente contestato e fermato dai tribunali», ha proseguito.

La costruzione della barriera al confine Aud è stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Trump nel 2016 e del mandato alla Casa Bianca.

E in vista delle prossime elezioni, il tycoon vuole mostrare ai suoi elettori di aver tentato in ogni modo di tenere federe alla sua promessa.

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