Cronache

"Perdere i capelli è un altro choc". Se una parrucca può curare i pazienti

"È come una protesi". E le regioni offrono un aiuto per comprarla

"Perdere i capelli è un altro choc". Se una parrucca può curare i pazienti

«La perdita dei capelli mi ha scioccato più della diagnosi di un cancro al seno». Dieci anni fa, Felicia, alla notizia della sua malattia, ha pianto mentre perdeva a ciocche la sua bionda chioma. «Mi sembrava di essere diventata un'altra persona e la parrucca mi ha salvata da domande indiscrete e sguardi compassionevoli. L'ho comprata a 350 euro, l'ho scelta simile ai miei capelli e nessuno si è accorto di nulla».

Per Felicia, ma per migliaia di donne, i capelli sono un elemento estetico così importante che il cancro diventa quasi meno pericoloso. Lo conferma anche Valentina Di Mattei, vice presidente di Salute allo Specchio del San Raffaele. «All'ambulatorio di Psicologia clinica, dopo la diagnosi di tumore chiedono se perderanno i capelli. Ed è l'effetto collaterale in assoluto più temuto». Per questo tre volte al mese le donne incontrano truccatori, parrucchieri, dermatologi e raccolgono suggerimenti su come separarsi dai propri capelli e che parrucche adottare. Chi non ha la possibilità di acquistarne una, può riceverla gratuitamente, e le parrucche riciclate sono spesso donate da chi ne non ha più bisogno.

Anche all'Istituto dei Tumori, dove è in corso una sperimentazione con capelli veri trapiantati su una cuffia che si applica al cuoio capelluto e non si stacca neppure in piscina, si «prestano parrucche» oppure si aiutano le donne ad acquistarne una, supportate dal contributo regionale che ammonta a circa 150 euro. E la Lombardia è una delle poche regioni che considera la parrucca come una sorta di protesi sanitaria. La affiancano la Toscana, più generosa con i 300 euro di sostegno, Trentino e Marche con 200 euro, Piemonte 250 euro, Basilicata 250 euro. Liguria offre contributo solo alle meno abbienti. Chi se la compra, comunque, può detrarla dall' Irpef. Ma in questo doloroso percorso sono le associazioni di volontariato le più attive. Donano parrucche alle pazienti oncologiche, le consigliano e le seguono in questo delicato passaggio della cura. L'associazione «Cancro primo aiuto» ha distribuito oltre diecimila parrucche in meno di nove anni, 2000 solo nel 2017. «Siamo presenti in 40 strutture sanitarie soprattutto in Lombardia ma al Sud solo a Catania» spiega Giuseppe Pozzi. «Le pazienti scelgono la parrucca su un catalogo: ci sono circa 25 modelli, di varie lunghezze e colori. In sette giorni la ricevono».

Anche In Emilia, l'Istituto Oncologico Romagnolo ha creato il «Progetto Margherita» grazie al quale tutte le donne malate di tumore ricevono gratuitamente una parrucca di qualità per far fronte ai disagi psicologici che ricadono anche sulla guarigione. «Nelle varie sedi di Forlì, Cesena, Imola, Ravenna, Rimini spiega il responsabile Paolo Grillandi - la paziente entra in una stanza dedicata dove viene consigliata anche da un volontario-parrucchiere. Ho visto donne che rifiutavano la chemio per evitare l'effetto collaterale della perdita dei capelli».

La parrucca ti salva la vita, si potrebbe osare. E per qualcuno è anche un business.

Ogni anno si vendono circa 120 mila parrucche per malati oncologici e il costo oscilla dai tre- quattrocento euro se sintetica, circa 1000 euro se di capelli naturali, spesso di provenienza asiatica.

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