Politica

Pure Grillo condanna l'epurazione di Porro

E Pizzarotti si ribella al diktat: "È caccia alle streghe"

Pure Grillo condanna l'epurazione di Porro

Roma - Porte aperte a Belpietro, Giannini e Porro. Beppe Grillo fa il libertario e mette a disposizione il suo blog ai «censurati», alle vittime cioè del progrom mediatico di Renzi. In una sorta di editoriale ieri il «padre» del Movimento 5 Stelle ha menato fendenti all'indirizzo di Palazzo Chigi vedendo nel suo principale inquilino il responsabile dell'epurazione di Giannini e Porro dalla Rai e di Maurizio Belpietro dal timone del quotidiano Libero. I primi due non avrebbero mantenuto la barra del politicamente corretto (intendendo in questo senso la barra del Renzi-pensiero) mentre il secondo non si sarebbe piegato ad ammorbidire le inchieste giornalistiche su Banca Etruria. Il «bomba» (come affettuosamente il comico genovese chiama Renzi) sarebbe colpevole della scomparsa dagli schermi Rai di «tutti i giornalisti e conduttori non strettamente filopiddini». «Giannini - spiega Grillo - sta per essere silurato dalla Rai» e le motivazioni stanno già nelle parole dello stesso premier riportate domenica dal Messaggero. «La trasmissione di Nicola Porro Virus - aggiunge - è stata chiusa per ragioni non politiche dicono da Raidue, quindi è stata chiusa proprio per quello».

Il gesto di generosità proposto da Grillo, però, non fa che evidenziare la sua politica libertaria a fasi alterne. E infatti la bella proposta di mettere il suo blog a disposizione degli epurati (affinché spieghino il loro punto di vista sulla vicenda) rischia di essere oscurato dall'ennesima ombra censoria sul cosiddetto «caso Pizzarotti». Il sindaco di Parma, primo grillino a guidare un capoluogo di provincia, sta per essere fatto fuori dal Movimento per non aver informato tempestivamente dell'avviso di garanzia ricevuto per un'indagine sulle nomine del Teatro Regio. E così il diretto interessato convoca una conferenza stampa per gridare alla «caccia alle streghe». Davanti ai cronisti tira fuori il «Non statuto» del Movimento e nega qualsiasi valore giuridico alla sospensione comminatagli dai vertici grillini. «Il Non statuto - spiega - è l'unico regolamento. Dove si parla di requisiti che noi abbiamo rispettato.

Molti, con anche responsabilità nel Movimento, raccontano falsità come verità, creando confusione e un clima di caccia alle streghe».

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