Politica

Philip Morris lancia un futuro senza fumo

L'azienda in prima linea per sostituire le vecchie sigarette con prodotti senza combustione

Antonio Risolo

da Bologna

Un futuro senza fumo? Si può. Parola di Philip Morris International. Può sembrare un banale slogan, ma non è così. La nuova visione dei vertici aziendali oggi è una realtà concreta. In breve: è in corso una ristrutturazione salutista, vale a dire la grande scommessa dei dispositivi a vapore per tabacco non combustibile. Progetto ambizioso e rivoluzionario che sta cambiando le abitudini dei fumatori, anche dei più accaniti. E degli scettici. E così, dopo oltre 10 anni di studi, ecco Iqos, il sistema innovativo che utilizza un meccanismo di riscaldamento controllato elettronicamente (HeatControl Technology) per scaldare con precisione uno stick di tabacco appositamente progettato a temperature inferiori a quelle necessarie per sviluppare la combustione, generando un aerosol contenente nicotina. Se fino a oggi oltre 5 milioni di persone sparse in tutto il mondo hanno smesso di fumare per passare ad IQOS, con una media di 10mila smoker ogni giorno, evidentemente ci sono motivi scientificamente provati e riscontri non proprio trascurabili.

Su questo progetto, Philip Morris ha investito oltre 4,5 miliardi di dollari negli ultimi anni per sviluppare «prodotti a potenziale rischio ridotto». Sono circa 400 gli scienziati, ingegneri e tecnici di fama mondiale, impiegati nei Centri di Ricerca e Sviluppo di Neuchatel e Singapore, affiancati da 500 pubblicazioni scientifiche e rigorosi processi di valutazione. Smoke-free Future. Insomma.

«Stiamo entrando in un'era affascinante - sostiene l'oncologo Umberto Tirelli - una fase di grandi cambiamenti e soprattutto di grande rilevanza tecnologica nella politica del tabacco. Noi sanitari percepiamo questa opportunità per la salute dei consumatori di nicotina».

«Abbiamo un impegno, un'ambizione, una missione che porta un cambiamento su larga scala rendendoci artefici di una vera e propria trasformazione culturale nel nostro settore - spiega Eugenio Sidoli, presidente e ad Philip Morris Italia - Vogliamo essere molto di più di un'azienda produttrice di sigarette. Vogliamo creare alternative migliori, più soddisfacenti e potenzialmente meno dannose per il più alto numero di fumatori che, stando alle cifre dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2025 supereranno il miliardo. All'interno di questo scenario abbiamo scelto di non stare a guardare e di agire invece in maniera responsabile progettando un futuro senza fumo».

Nei giorni scorsi abbiamo visitato il nuovo stabilimento produttivo Philip Morris di Crespellano, alle porte di Bologna, dove, a pieno regime, lavorano oltre 1.600 persone e una produzione di circa 36 miliardi di stich (dati 2017). Si tratta del Lead site per i 46 stabilimenti produttivi presenti in 32 Paesi. Un centro in cui vengono definiti i processi industriali per i prodotti innovativi.

Non a caso Philip Morris Italia e Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna hanno ricevuto nel 2018 la certificazione Top Employer, rispettivamente per il nono e il quinto anno consecutivo.

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