Economia

Più spazio alla mediazione col fisco sulle cartelle

L'importo massimo alzato da 20 a 50.000 euro. Scoppia la rivolta dei Caf: stop alle pratiche Isee

Più spazio alla mediazione col fisco sulle cartelle

Roma - La manovra correttiva non si esaurisce solo in una stretta fiscale. Gli incrementi delle entrate sono perseguiti anche attraverso altri mezzi. Da una parte la nota rottamazione delle liti (400 milioni il gettito atteso) che offre la possibilità di uno sconto sulle cartelle per chi vi aderirà entro il 30 settembre. Dall'altra parte, però, c'è un'innovazione che ha lo scopo di «incoraggiare» la compliance più o meno spontanea dei contribuenti. Si tratta dell'articolo 10 che eleva da 20mila a 50mila euro il limite per le controversie fiscali. In buona sostanza, si amplia notevolmente il numero dei contribuenti che potranno utilizzare l'istituto della mediazione fiscale senza rivolgersi alla competente Commissione tributaria provinciale per contestare tramite ricorso una cartella esattoriale. La proposta di mediazione, infatti, contiene in sé la rideterminazione dell'ammontare della pretesa e permette di risparmiare tempo rispetto al contenzioso classico.

Secondo le stime contenute nella relazione tecnica allegata alla manovrina, Il valore complessivo da mediare è stimato quindi in 719,8 milioni di euro, come maggiorazione del 30% per sanzioni e interessi del controvalore di 553,7 milioni relativo alle cause pendenti. Poiché il governo stima che il 20% di questi ricorsi possa non andare in giudizio in Commissione tributaria (basandosi sul tasso di adesione alla mediazione per le cartelle fino a 20mila euro) per un totale di 144 milioni e che il 50% di questo possa perfezionarsi con una mediazione, ecco che a regime si stima un maggiore introito di 72 milioni di euro.

Se lo Stato, attraverso l'Agenzia delle Entrate guidata da Rossella Orlandi, ci guadagna anche in questo caso, è lecito pensare che la convenienza per il contribuente sia soprattutto relativa al risparmio di tempo. L'Associazione nazionale dei commercialisti (Anc) ha da tempo messo in questione i limiti oggettivi di questo istituto. «La mediazione tributaria, stando all'attuale impianto normativo, dà prova di tutta la sua inadeguatezza», ha commentato il presidente Anc, Marco Cuchel, sottolineando che «l'autonomia, l'indipendenza e l'imparzialità dell'organismo preposto alla gestione delle liti sono principi inderogabili». Perché questa levata di scudi? Per un motivo molto semplice: la mediazione, infatti, non è una procedura paragonabile a un arbitrato, ma altro non è che un accertamento con adesione effettuata presso un diverso ufficio dell'Agenzia delle Entrate. Infatti, il contribuente, anziché mettersi d'accordo su come e quanto pagare la cartella presso l'Ufficio Controllo dell'istituto, con la mediazione si rivolge all'Ufficio Legale, ma sempre con la stessa finalità: pagare.

Il decreto legge di correzione dei conti pubblici inizierà il proprio iter parlamentare alla Camera per la prima lettura. Ieri è stato assegnato alla commissione Bilancio in sede referente. Una scelta scontata visto che si prospetta il solito assalto alla diligenza: i solidi numeri della maggioranza a Montecitorio consentiranno di porre la questione di fiducia per chiudere la partita e cercare di depotenziare il ben meno sicuro passaggio al Senato. Intanto, la Consulta dei Caf dal 15 maggio bloccherà il servizio Isee (che consente l'accesso alle agevolazioni sui servizi sociali e sanitari) a tempo indeterminato. I centri di assistenza fiscale attendono dall'Inps e dal ministero del Lavoro il rinnovo della convenzione scaduta lo scorso 31 dicembre.

In pratica, chiedono risorse adeguate per consentire l'accesso gratuito a questo servizio.

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