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Il piano di Berlusconi: rivoluzionare il partito e "lanciare" Tajani

Il presidente del Parlamento Ue in pole come coordinatore di Forza Italia, Mulè portavoce

Il piano di Berlusconi: rivoluzionare il partito e "lanciare" Tajani

Forza Italia si riorganizza, vuole dare segnali di vitalità e di rinnovamento, nel momento forse più delicato dell'avventura iniziata nel 1994. Si comincia con i vertici del gruppo della Camera, dove ha scelto la sua squadra la presidente Mariastella Gelmini e oggi toccherà ad Anna Maria Bernini al Senato. In comune avranno come portavoce il neo deputato Giorgio Mulè ed è una novità per il partito, la prima dopo la «svolta rosa» delle due fedelissime che hanno sostituito Romani e Brunetta.

L'ex direttore di Panorama sarà dunque speaker unico dei parlamentari azzurri, è già stato nominato dal gruppo di Fi a Montecitorio e oggi lo sarà a Palazzo Madama. Tutto, naturalmente, fa parte di un piano studiato da Silvio Berlusconi e dai suoi consiglieri ad Arcore, dove ieri si è tenuto il tradizionale pranzo di famiglia anche per preparare la salita di domani al Quirinale. Il Cavaliere è sempre irritato con Salvini per i messaggi discordanti che manda; ma oggi sarà a Roma e potrebbe incontrarlo o sentirlo prima delle consultazioni. C'è da decidere anche se i capigruppo faranno parte della delegazione o se, viceversa, andranno soltanto i tre leader. In ogni caso Berlusconi è deciso a prendere la parola al cospetto di Mattarella.

Il piano prevede la nomina a vicepresidente di Fi di Antonio Tajani, congelata per ragioni di opportunità in questa fase di consultazioni. Sulla delegazione unica del centrodestra che andrà da Mattarella il numero uno del Parlamento europeo dice ad Otto e Mezzo, su La7: «Credo che sia naturale che i tre leader dicano la stessa cosa al presidente della Repubblica, ovvero di avere un governo a guida centrodestra che punti sui temi che abbiamo indicato in campagna elettorale. Chi vuole fare un programma con noi deve essere ascoltato, ma senza veti. Se si vuole parlare con il centrodestra non si può pensare che Fi giochi un ruolo secondario, non si può escluderla da un possibile governo». Aggiunge che forse servirà un terzo giro di consultazioni, per arrivare ad «un governo che duri» ed evitare elezioni anticipate, che «sarebbero uno sperpero di denaro pubblico». Tajani conta sull'unità dell'alleanza: «Se fossimo stati divisi Salvini avrebbe risposto alla sirena Di Maio, invece la risposta è stata andiamo tutti e tre insieme dal capo dello Stato, Berlusconi-Meloni-Salvini». Per lui, il leader dei 5 Stelle fa «giochi da prima Repubblica» quando identifica Berlusconi con «la restaurazione». Poi ricorda che a Bruxelles Fi è «garanzia di credibilità europeista». Sulla sua nomina a numero 2 di Fi l'accordo c'è, manca invece sui tre coordinatori di nord, centro e sud, per cui si parlava di Andrea Mandelli, Sestino Giacomoni e Mara Carfagna. La vicepresidente della Camera ambirebbe anche al ruolo di coordinatore nazionale, ma con poche chances.

Intanto, la Gelmini e la Bernini si vedono a Montecitorio per concordare la prima fase. E dopo, in una breve assemblea dei deputati azzurri nella sala della Lupa, la capogruppo riassume la linea: «Mantenere la nostra dignità e la nostra posizione nella coalizione, che deve rimanere unita malgrado i tentativi del M5S di spaccarci. La Lega tiene e Berlusconi, anche stavolta, ci indicherà la rotta giusta». Insomma, resistenza ottimistica, avanti tutta. La Gelmini annuncia che il vicepresidente vicario sarà Roberto Occhiuto, già braccio destro di Brunetta ed esperto della «macchina» di Montecitorio, che i «vice» saranno il neo dc Gianfranco Rotondi, l'imprenditrice umbra Catia Polidori, il romano Simone Baldelli, il napoletano Elio Vito e il coordinatore toscano Stefano Mugnai. Lorena Milanato è il nuovo tesoriere. Qualche maldipancia non manca, perché alcuni speravano in volti nuovi, più legati al territorio.

Tra questi c'è il governatore ligure Giovanni Toti, ma non è solo.

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