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Il piano di Forza Italia: un'altra maggioranza per salvare il Paese

E martedì la Corte di Strasburgo chiuderà la vicenda della riabilitazione di Berlusconi

Il piano di Forza Italia: un'altra maggioranza per salvare il Paese

La bocciatura dell'Ue alla manovra, il governo battuto alla Camera sul ddl anticorruzione, le tensioni tra Lega e M5S su prescrizione e decreto sicurezza, l'asta dei Btp andata quasi deserta. Tutto, per Silvio Berlusconi, fa vedere più vicina la fine di questo governo e la possibilità del centrodestra di tornare a Palazzo Chigi. «I segnali in sede parlamentare confermano che l'accordo di potere fra Lega e M5S è ormai profondamente logorato», dice in una nota il leader di Forza Italia, dopo la riunione con lo stato maggiore a Palazzo Grazioli. «Sono convinto che la maggioranza non sia in grado di andare avanti».

C'è aria di svolta, forse senza aspettare le Europee, e il Cavaliere dice ai suoi di essere pronti, soprattutto in Senato dove i voti della maggioranza sono più risicati. L'ottimismo sulla prospettiva di governo nasce anche dall'ultimo colloquio con Matteo Salvini, che è sembrato più in sintonia e più consapevole della difficoltà di proseguire la strada con i grillini. Lo dice anche il cambiamento di toni del vicepremier leghista verso Fi e il vicepresidente Antonio Tajani, riconosciuto come interlocutore privilegiato. «Speriamo e crediamo - sottolinea Berlusconi - sia vicino il momento nel quale si potrà tornare a dare agli italiani un governo di personalità competenti di centro-destra, espressione della maggioranza naturale degli italiani sulla base dei risultati del 4 marzo». L'accento sulla competenza è per i 5S.

A palazzo Grazioli il leader concorda la nuova strategia con i suoi, da Gianni Letta a Niccolò Ghedini, dalle capigruppo Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini al portavoce Giorgio Mulè, da Sestino Giacomoni a Licia Ronzulli e Gregorio Fontana. «Prepariamoci - dice -, perché la fine è vicina. Il governo scoppierà per i suoi dissidi interni, o sarà costretto a gettare la spugna perché lo brucerà la fiammata dello spread e dell'emergenza economica che ha causato. Con l'Ue sono allo scontro e la Troika si fa sentire. Al Nord anche gli imprenditori vicini alla Lega sono scontenti e così tanti parlamentari, soprattutto veneti». Per il Cav il governo deve «saltare adesso» e senza elezioni anticipate, che Sergio Mattarella avrebbe fatto capire di non volere nel colloquio al Quirinale, il centrodestra troverebbe una maggioranza con i voti di dissidenti 5S, di ex grillini del gruppo misto e di altri che non vogliono andare a casa. La Lega, però, teme la nascita di un governo tecnico o di un esecutivo Pd-M5S e Salvini va incalzato, stigmatizzando le contraddizioni interne. A via del Plebiscito manca solo Tajani, a Bucarest come presidente dell'Europarlamento, che sarà oggi a Roma. «Noi siamo qui- dice a Salvini, dal Corsera -. Pensiamo sempre che la soluzione migliore per il Paese sarebbe passare subito ad un governo di centrodestra, sostenuto anche dai tanti responsabili che esistono in parlamento».

In serata Berlusconi cena con coordinatori ed eletti di Abruzzo, Umbria e Basilicata e prepara la mobilitazione contro la manovra che partirà nel week-end.

Martedì la Corte di Strasburgo si pronuncerà sul suo ricorso contro la legge Severino, che l'ha fatto decadere da senatore. Ma il Cav è già stato riabilitato e reso candidabile, così a luglio ha rinunciato alla sentenza sull'irretroattività delle legge. «Avevamo chiesto - spiega un azzurro- di riaprire la procedura, dopo questo fatto nuovo, ci è stato negato e abbiamo rinunciato.

Secondo la prassi, non ci dovrebbe essere alcuna sentenza, ma solo l'accettazione della nostra rinuncia al ricorso».

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