Economia

Pil, Italia peggiore d'Europa. Borsa a picco, sale lo spread

Bruxelles taglia da 1,2 a 0,2% la stima di tre mesi fa per «incertezza politica». Piazza Affari perde il 2,59%

Pil, Italia peggiore d'Europa. Borsa a picco, sale lo spread

Anche per l'Unione europea l'Italia crescerà molto meno del previsto. Lo 0,2%, come avevano anticipato nei giorni scorsi fonti di Bruxelles. Ma nelle previsioni diffuse ieri dalla Commissione Ue si parla anche del rischio di una «recessione prolungata»; si individua nella frenata degli investimenti il grande problema del Paese e come causa principale viene indicata la «elevata incertezza» politica.

Solo sorprese negative dall'esecutivo europeo. Le previsioni al ribasso della crescita europea e, ancora di più, dell'Italia hanno fatto perdere Piazza Affari, con il Ftse Mib a meno 2,59% sui minimi di giornata e lo Spread tra Btp e Bund tedeschi in rialzo a 283 punti base, con il rendimento del decennale che in giornata ha sfiorato il 3%.

Non c'è stata una correzione in corsa delle stime che circolavano da giorni, come qualcuno sperava. Quest'anno il Pil italiano si dovrebbe fermare allo 0,2%, allo 0,8% nel 2020. A novembre la stessa Commissione aveva previsto rispettivamente l'1,2% e l'1,3%. Una revisione clamorosa di un punto percentuale per l'Italia, che era e resta il fanalino di coda europeo.

Le origini della frenata sono da ricercare a inizio 2018, quando tutta l'Europa rallentava. Poi da metà anno il crollo, con il calo del Pil reale dello 0,2% negli ultimi tre mesi del 2018 dopo il meno 0,1% del terzo trimestre. Confermata la recessione di fine anno. Gli indicatori di breve termine non suggeriscono una ripresa nemmmeno nel 2019, tanto più ora che anche Germania e Cina rallentano.

La frenata del terzo e del quarto trimestre 2018 secondo l'esecutivo europeo guidato da Jean Claude Juncker, non è causata solo dal rallentamento mondiale a differenza del rallentamento dei primi mesi dell'anno. Anche quest'anno peseranno soprattutto fattori interni. «Una crescita economica globale più debole del previsto e l'impatto di una maggiore incertezza politica sul sentiment».

Se i consumi interni hanno contribuito al rallentamento, le misure messe in campo dal governo non basteranno a rimettere in moto l'economia italiana. Il reddito di cittadinanza sosterrà la domanda «in modo marginale», meno del prezzo del petrolio in calo. Pesa in negativo il taglio agli investimenti pubblici e il calo di quelli privati, che resteranno «modesti» anche nel 2020.

In generale sull'economia italiana peserà la «accresciuta incertezza delle politiche» che «potrebbe condurre a un rallentamento più prolungata».

Lettura ribadita a voce a Sky Tg24 dal vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis (nella foto a sinistra) Le ragioni della crescita rallentata «sta nell'incertezza politica che abbiamo visto in autunno e inverno dello scorso anno». Le scelte del governo rischiano di essere «controproducenti» .

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria si è detto fiducioso. La flessione del Pil «potrebbe fermarsi anche nel trimestre in corso. I fattori negativi degli ultimi trimestri non appaiono destinati a perdurare, esistono premesse graduale ripartenza economica nel corso del 2019». Il ministro ha ribadito di non vedere necessità di una manovra correttiva.

Se la crescita rivista al ribasso non potrà che avere conseguenze sui conti pubblici, è vero che dalla stessa Commissione ieri sono arrivati segnali distensivi.

Il commissario agli affari economici Pierre Moscovici ha sottolineato come «non sembra che l'espansione keynesiana annunciata» dal governo italiano «si materializzi in modo forte in Italia, malgrado il miglioramento dello spread e della situazione finanziaria, e credo che su questo si dovrebbe riflettere». Ma i tempi del «semestre europeo» vanno rispettati.

Tradotto, nessuna fretta di mettere in mora i conti dell'Italia.

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