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Pioggia e incertezze Per i prigionieri di Tham Luang ora è il grande stallo

Riecco i monsoni: si teme che il livello dell'acqua nelle grotte torni a salire. Ma i ragazzini non sono ancora pronti ai tratti subacquei del percorso per la salvezza. E l'operazione slitta di qualche giorno

Pioggia e incertezze Per i prigionieri di Tham Luang ora è il grande stallo

Piove, destino ladro. E si mettono male le cose per i dodici piccoli calciatori tra gli 11 e i 16 anni e per il loro allenatore di 25, chiusi ormai da sedici giorni - era il 23 giugno quando vi sono entrando parcheggiando le loro bici là fuori - nella grotta di Tham Luang. I monsoni sono là, è la loro stagione, e dai ieri ha ripreso a piovere intensamente nella provincia di Chiang Rai: oggi dovrebbero cadere 33 millimetri di pioggia, sei volte quella caduta il 23 giugno, il giorno in cui tutto è cominciato (e si spera non finito) . E non dovrebbe smettere nei prossimi giorni, facendo salire di nuovo il livello dell'acqua nel sistema di cunicoli e stanze che faticosamente si era riusciti ad abbassare nei giorni scorsi.

Da una parte le condizioni meteorologiche spingerebbero all'azione, al tutto per tutto che nel circo di Pattaya Beach che si è affollato giorno dopo giorno si attende con ansia. Dall'altra però nessuno sembra volersi prendere la responsabilità di un'azione che si profila comunque lunga e faticosa e di incertissimo esito, anche perché i ragazzi non sono ancora sufficientemente addestrati al nuoto subacqueo a cui sarebbero costretti in lunghi tratti del percorso; e del resto la morte tre giorni del soccorritore volontario, sommozzatore esperto soffocato dall'assenza di ossigeno mentre tornava da uno dei suoi viaggi per trasportare bombole, dimostra che si tratta di un'impresa ad altro rischio. E se qualcuno dei ragazzi o dei soccorritori dovesse morire, nessuno vuole essere colui che ha premuto quel pulsante rosso dell'ora X. E infatti le autorità presenti a Chiang Rai giocano a rimpiattino: quello che ci mette la faccia alla fine è sempre il governatore della regione Narongsak Osatanakorn, che ora parla di almeno tre o quattro giorni per avviare la macchina dei soccorsi ora ingolfata

Insomma, è una guerra di posizione che potrebbe ancora essere lunga. E infatti si lavora per rendere più confortevole il lavoro dei soccorritori. E una pompa da ieri ha aumentato il livello di ossigeno che era sceso a un livello pericolosamente vicino a quello di sopravvivenza. Il tutto tenendo d'occhio il livello dell'acqua nelle grotte. Dovesse salire troppo, probabilmente si agirebbe alla disperata.

In questo stallo chiunque si azzardi a fare ipotesi, a tracciare una road map della speranza viene tolto dai piedi. È accaduto ad esempio al sommozzatore belga Ben Reymenants, che venerdì se n'era uscito con un giornalista suo connazionale assicurando che di lì a poche ore si sarebbe partito con l'operazione salvataggio, aveva indicato anche per filo e per segno il percorso e il fatto che i ragazzini sarebbero stati guidati a due verso la salvezza. Frasi che avevano eccitato gli animi ma che sono costate l'allontanamento all'ingenuo sub che gestisce un centro scuba nella vicina Phuket. Ieri un foglietto scritto frettolosamente vietava la sua presenza nel campo, malgrado lui avesse goffamente cercato di scusarsi sostenendo, come da protocollo, di essere stato frainteso.

Intanto si continua a lavorare per scovare strade alternative. Ieri sono stati scavati oltre cento camini nella montagna nel tentativo di trovare una strada diversa da quella lunga e subacquea che appare al momento comunque l'unica percorribile. «Alcuni dei camini sono profondi 400 metri, ma ancora non è stata trovata la loro posizione», ha detto il capo della missione di salvataggio, Narongsak Osottanakorn. Manca infatti la tecnologia per capire dove esattamente si trovino i tredici rispetto ai vari punti in cui si scava. Insomma, è un lavoro disperatissimo e a tentoni.

Di tecnologia ne hanno invece a bizzeffe i tecnici spediti a Chiang Rai da Elon Musk, il visionario imprenditore che ha inventato la Tesla. Il miliardario racconta sui social che i suoi uomini starebbero disegnando una «capsula di salvataggio» per poter tirare fuori i tredici prigionieri di Tham Luang. I tecnici sono quelli della Boring Company, che sta scavando un tunnel a Los Angeles utilizzando macchinari di ultimissima generazione per perforare il suolo. «Abbiamo buoni riscontri dai nostri esperti tornati dalla grotta», ha scritto su Twitter Musk, che indica anche in subordine la possibilità di realizzare un «tubo gonfiabile».

E tutti sperano non sia solo un romanzetto di fantascienza.

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