Cronache

Il pirata killer di san Donà già fermato altre due volte: guidava senza la patente

Kukiqi già altre due volte era stato sorpreso a guidare senza patente. La prima nel febbraio 2016, la seconda nel settembre 2016. In questi due casi gli venne contestato un illecito amministrativo, dal momento che dal 6 febbraio dell'anno scorso la guida senza patente è stata depenalizzata

Il pirata killer di san Donà già fermato altre due volte: guidava senza la patente

Prima la gara folle con le auto: una corsa tra due cugini kosovari; poi lo schianto, inevitabile, mortale che, la sera del 25 maggio scorso, è costata la vita a un italiano, Giuliano Massimo Babbo. Quindi gli arresti, le minacce di morte sui social ai due kosovari, le accuse e poi la scarcerazione, per scoprire alla fine che uno dei due era senza patente e che era stato beccato per la terza volta.

Giuliano Massimo Babbo, operaio di 43 anni, di Eraclea, nel Veneziano, quella sera aveva appena finito il suo turno di lavoro e avrebbe soltanto voluto tornarsene a casa dai propri cari. Invece è rimasto intrappolato e stritolato tra le lamiere della sua auto. Stava percorrendo la via del ritorno alla guida della sua Ford Focus quando lungo la via del mare, all'altezza di San Donà di Piave si è schiantato con un' Audi A3 che, invadendo la corsia, lo ha preso in pieno facendolo finire contro il fossato. Alla guida di quell' Audi c'era Kaitaz Kukiqi, 21 anni, kosovaro, residente a Cessalto nel Trevigiano che quella sera, stando ai racconti di alcuni testimoni, stava facendo una gara di velocità con Edmon Balaj, kosovaro anche lui, ventiseienne di Salgareda. Quest'ultimo stava «pilotando» un' Alfa 147. Subito dopo l'impatto il kosovaro al comando dell'Audi è sceso dalla vettura e si è dileguato a piedi. Quando i carabinieri sono andati nella sua abitazione, Kukiqi non c'era. Hanno trovato l' Alfa con due persone a bordo e un asciugamano pieno di sangue. Ai carabinieri, il ragazzo alla guida dell' Alfa aveva poi raccontato di aver accompagnato l'amico in ospedale perché caduto dalle scale. I due erano appena stati all'ospedale Cattinara di Trieste per farsi medicare ma i militari non hanno impiegato molto per verificare che le contusioni ed escoriazioni del ferito erano compatibili con l'incidente. Portati in caserma i due sono stati arrestati e condotti in carcere a Venezia, con le accuse di omicidio stradale, omissione di soccorso e reato di fuga. Inoltre Kukiqi era senza patente, non l'aveva mai presa. Accuse pesantissime che con la presunta competizione tra auto porterebbero a una pena di oltre vent'anni di reclusione, soprattutto per Kukiqi. Ma lunedì 29 maggio, i due connazionali, entrambi pregiudicati, sono stati scarcerati. Secondo il giudice per le indagini preliminari ci sono gravi indizi di colpevolezza solo per uno dei due giovani. E quindi a colui che ha investito l'operaio è stata applicata la misura degli arresti domiciliari per il «solo» reato di omicidio stradale, aggravato dalla fuga; per l'altro socio la rimessione in libertà. Nell'ordinanza il gip scrive che dagli atti dell'inchiesta finora raccolti «non si evince in alcun modo che gli indagati stessero effettuando una gara di velocità, ma unicamente che le due vetture condotte dagli indagati viaggiavano a forte velocità e breve distanza l'una dall'altra...». Ma la rabbia monta quando si scopre che proprio Kukiqi già altre due volte era stato sorpreso a guidare senza patente. La prima nel febbraio 2016, la seconda nel settembre 2016. In questi due casi gli venne contestato un illecito amministrativo, dal momento che dal 6 febbraio dell'anno scorso la guida senza patente è stata depenalizzata.

Ora la Procura sta per presentare il ricorso al Tribunale del riesame per far sì che i due tornino in carcere.

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