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Pisapia lancia "Campo progressista": "Ma non è un partitino"

Pisapia lancia "Campo progressista": "Ma non è un partitino"

Nasce "Campo progressista". Un'altra - l'ennesima - "piattaforma di sinistra" che parte dal basso. L'ha battezzata questa mattina al teatro Brancaccio di Roma Giuliano Pisapia, salito sul palco per lanciare il suo movimento.

Sul palco non salgono altri politici, ad eccezione del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che ha aperto la kermesse. In mezzo, volti della società civile, dell'associazionismo, amministratori locali a il racconto di buone pratiche.

Campo progressista "non sarà un partito". E nemmeno "un partitino", ha spiegato però lo stesso Pisapia, parlando di "un soggetto politico culturale che raggruppa persone che vogliono un nuovo centrosinistra, ampio e aperto" e che guarda al Pd ma anche agli ex democratici di Dp.

E lo stesso Roberto Speranza apre a un'intesa con Pisapia: "Penso che noi e lui coltiviamo lo stesso campo, proviamo a dare una casa a elettori che non la trovano più nelle forze tradizionali", dice a La Stampa, "Un movimento che provi a recuperare spazio politico, riportando a casa anche chi ha votato Grillo o si è astenuto. Questi qui Renzi non riesce a recuperarli, anzi è la diga che blocca il passaggio di questi elettori verso il bacino di centrosinistra".

"Io non sono in campo, io mi metto a disposizione", ha spiegato poi Pisapia, "Anziché andare in India, come sognavo da cinque anni, ho deciso di fare un altro giro: di girare l'Italia perché in cinque anni le cose sono cambiate". E al Pd lancia un appello, "dal cuore e dalla ragione": bisogna decidere da che parte stare.

"Continuo a credere che la destra e la sinistra siano profondamente diverse, che il centrosinistra può lanciare una sfida per il cambiamento dell'Italia", ha detto, "Sono i valori che fanno la differenza tra destra e sinistra".

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