Cronache

Il pm "strappa" il figlio a Martina e Alex

Chiesta l'adottabilità del neonato, separato dalla madre dopo il parto. L'Ucpi: «Vergogna di Stato»

È nato nella notte di Ferragosto il figlio di Martina Levato, la giovane condannata a 14 anni per l'aggressione con acido al suo ex e sotto processo per altri casi. E sul suo «destino», è scoppiata la polemica, tra le proteste dei parenti disperati. Il parto è avvenuto alla clinica Mangiagalli di Milano, dove la ragazza era stata portata da San Vittore. Subito la donna e il suo piccolo, Achille, sono stati separati in attesa della decisione del Tribunale dei minori, nell'ambito di un procedimento per adottabilità. E ieri è stato depositato un ricorso dal pm di turno dei minori, Annamaria Fiorillo, che comporterà l'apertura di un fascicolo e la fissazione di un'udienza. La Procura dei minori ha avviato l'iter per l'adottabilità.

Nel provvedimento di separazione e nel ricorso si fa riferimento alla perizia psichiatrica depositata alla Nona sezione penale che ha condannato la Levato e Alexander Boettcher per l'aggressione a Pietro Barbini. Gli psichiatri escludevano qualsiasi forma di incapacità di intendere e di volere, anche parziale, dei due e descrivevano Martina come una donna con una personalità con tratti borderline ; sarebbe stata lei, a detta degli psichiatri, ad accollarsi il compito di lanciare l'acido. E ora la decisione sull'affido potrebbe arrivare già oggi. Un provvedimento che non ha necessariamente come via d'uscita obbligata l'adozione del piccolo, con la conseguenza di recidere definitivamente i rapporti tra lui e i genitori biologici: «Può preludere a diverse soluzioni, non apre a una sola via da seguire per forza», spiega Giuseppe Magno, già direttore del Dipartimento sulla Giustizia minorile al ministero di via Arenula, dopo una lunga carriera da magistrato. Ma le polemiche non sono mancate. In prima linea, la difesa e i parenti.

La madre di Martina Levato è «sconvolta» per via del fatto che sua figlia e il bambino siano stati separati subito dopo il parto. Lo ha spiegato il legale della donna, Laura Cossar. «È stata un'atrocità vedere quel piccolo portato via dalla madre. Nessuno poteva toccarlo, quasi fosse un appestato». Vincenzo Levato, tra le lacrime, racconta il dolore di un'intera famiglia. È stata «una crudeltà» quella di separarli anche secondo la madre del fidanzato e padre del piccolo, Alexander Boettcher. Patrizia Ravasi chiede «un minimo di umanità» nei confronti della studentessa in carcere per le aggressioni con l'acido.

E interviene anche l'Unione delle camere penali: «Una vergogna rapire il neonato a una donna detenuta».

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