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Poletti zittisce Camusso e Landini "Sono soltanto scioperi politici"

Pressing del governo sulla riforma del lavoro. Ma è braccio di ferro sui tempi. E i sindacati tirano dritto con gli scioperi

Poletti zittisce Camusso e Landini "Sono soltanto scioperi politici"

Non intende transigere sui tempi, Matteo Renzi: al di là delle "tecnicalità parlamentari", il primo gennaio 2015 dovranno essere in vigore le "regole nuove" per il mercato del lavoro. Serve a portare a regime il sistema ma anche a mantenere una promessa fatta all'Europa. Dunque il premier lascia che alla Camera gli sherpa della maggioranza si parlino, per cercare una sintesi su modifiche concordate al testo del Jobs Act che facciano rientrare, almeno in parte, il dissenso della minoranza del Pd. E, mentre di fronte al braccio di ferro in corso nella maggioranza il presidente del Consiglio ribadisce che "se ci sarà bisogno" porrà la fiducia a Montecitorio sul testo licenziato dal Senato, i sindacati si preparano a dare battaglia a oltranza.

"C’è una discussione parlamentare in corso" sulla delega sul lavoro, "vediamo come si sviluppa", ma ciò che pensa il Governo è scritto nella legge e nel mio intervento al Senato. Quindi, per quanto riguarda il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, "la legge potrebbe essere approvata nel testo attuale". In una intervista alla Stampa, Poletti respinge le critiche sull'articolo 18, il demansionamento e il controllo a distanza che gli sono piovute addosso nelle ultime settimane: "Per la prima volta nella storia di questo Paese c’è un governo che anzichè promettere interventi generici, decide una riforma radicale contro la precarietà. Questi sono i fatti". Sui continui scioperi messi in atto da Fiom e Cgil per destabilizzare il Paese e bloccare il governo, il ministro si limita a osservare che in democrazia "ciascuno ha la libertà e la responsabilità di fare le proprie scelte". "Ma mi permetto di dire - aggiunge - che nel merito ritengo questi scioperi ingiustificati". Dunque mossi solo da ragioni politiche. "Se uno ritiene di fare uno sciopero per contestare i contenuti di una legge, evidentemente è mosso da ragioni di questo tipo - dice il ministro - è bene che tutti coloro i quali intervengono intorno ai temi del lavoro evitino di alzare i toni oltre un certo livello". Quindi conclude: "La settimana scorsa sono accaduti dei fatti che parlano da soli. Usiamo i toni giusti, e confrontiamoci nel merito, è l’unica cosa che conta".

Intanto, alla Camera si ripropone il confronto tra i partiti di governo andato in scena al Senato. La minoranza dem è sulle barricate per ottenere modifiche alla delega lavoro. Ncd è determinata a difendere con i denti il punto di caduta trovato. La differenza è che alla Camera nella commissione Lavoro, presieduta da Cesare Damiano, la sinistra Pd è presente in forze.

E fa sapere che un’accelerazione sarà possibile solo se si troverà un accordo "accettabile" sulle modifiche al ddl.

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