Ponte crollato a Genova

"Dalla politica ligure solo molti no alla Gronda"

"Dalla politica ligure solo molti no alla Gronda"

Roma Luigi Grillo, ex senatore spezzino di Forza Italia e del Pdl, per 10 anni ha presieduto la commissione Lavori Pubblici del Senato, è stato responsabile della stesura della cosiddetta «legge Obiettivo», con cui si è ottenuto il rilancio delle opere pubbliche in Italia, e del varo del Project Financing.

Senatore Grillo, lei conosce bene la storia delle infrastrutture liguri. Per quale motivo non si è mai riusciti ad alleggerire il traffico sul ponte Morandi?

«Nel 2001 ricordo che Vito Gamberale, allora ad di Autostrade, in Commissione ci disse che il nodo di Genova era il più trafficato d'Italia con un carico tre volte superiore a quello ipotizzato nel '67. Il Cipe a dicembre 2001 inserì la Gronda tra le opere strategiche. Società Autostrade l'avrebbe costruita senza contributo dello Stato ma con un aumento minimo del pedaggio a livello nazionale».

Da allora cosa è successo?

«Sono passati 17 anni. Sono state realizzate opere importantissime grazie alla legge Obiettivo, al project financing e ai governi Berlusconi, superando la fallimentare legge Merloni. È stato realizzato il Passante di Mestre, la terza corsia del Grande Raccordo Anulare di Roma, il completamento della Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Messina. Della Gronda non è stato posto un mattone».

Di chi è la colpa?

«La politica ligure e gli enti locali dovrebbero farsi un esame di coscienza e in particolare il Pd sempre sensibile alle proteste della sinistra radicale. Così come un esame di coscienza dovrebbero farlo i Cinquestelle. Toninelli dimostrando incompetenza e improvvisazione ha detto in Commissione che la Gronda era tra le opere di cui si sarebbe dovuto valutare il rapporto costi-benefici. Figurarsi che lo ha detto anche del Terzo Valico, un'opera che porterebbe merci e persone da Genova a Milano in 32 minuti e cambierebbe la storia delle due città...».

È possibile revocare la concessione ad Autostrade?

«Ma no, è uno spot elettorale. Il ministero aveva fatto osservazioni critiche che non sono state ascoltate? Non risulta.

E allora la revoca è irrealizzabile».

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