Cronache

La politica si scopre animalista: più carcere a chi maltratta le bestie

Pene inasprite anche per chi organizza combattimenti coi cani

La politica si scopre  animalista: più  carcere a chi maltratta le bestie

La politica si scopre sempre più animalista. A dare il «la» è stato Silvio Berlusconi con le famose fotografie con le pecorelle ad Arcore, precedute qualche giorno prima da quella con una sobria (e vegetariana) spremuta da McDonald's. Una svolta, alla vigilia di Pasqua, con uno «spin» prevalentemente ovino che ha contagiato anche la presidente della Camera Laura Boldrini, che ha ospitato Gaia e Gioia a Montecitorio, così come il Cav aveva dato il biberon a «Fiocco di neve» nella villa di Arcore. Da ultimo, la deputata Fi Michela Vittoria Brambilla, pioniera su questo versante, ha fondato il Movimento animalista, e, da conduttrice di «Dalla parte degli animali», ha mostrato tutto il variegato zoo domestico berlusconiano. Insomma, se per Aristotele l'uomo è un animale sociale, per sempre più esseri umani gli animali sono creature senzienti (con ricadute letterarie: nell'ultimo romanzo di Yasmina Reza «Babilonia», la svolta «noir» si innesca a seguito di un calcio inferto al gatto di casa). Esseri, insomma, dotati di sensibilità specifica che meritano una tutela speciale. Non che oggi l'ordinamento non preveda sanzioni per chi maltratta gli animali, ma a palazzo Madama c'è chi si è accorto che non basta: bisogna innalzare l'importo delle multe e aggravare le pene nei casi più gravi. A pensarci sono stati Alessandra Bencini e Maurizio Romani, già M5S e ora nel gruppo Misto come Italia dei valori. Il ddl introduce modifiche al Codice penale in materia di reati contro gli animali. Che, intanto, viene aggiornato modificando in primo luogo la rubrica del titolo IX-bis, libro secondo, ad essi dedicato, che attualmente non fa riferimento diretto alla tutela degli animali come esseri senzienti ma al sentimento dell'uomo nei loro confronti e lo sostituisce con l'espressione «Dei delitti contro gli animali». L'obiettivo è quello di inasprire sensibilmente le sanzioni (dall'attuale minimo di quattro mesi fino al massimo di due anni, a un mimino di un anno e un massimo di quattro) per coloro che, per crudeltà o senza necessità, si rendano responsabili dell'uccisione di animali e per coloro che cagionino gravi lesioni o li sottopongano a sevizie e lavori insopportabili per le loro caratteristiche etologiche. Viene modificato l'articolo 544-quater del codice penale con l'aumento, fino ad un massimo di trentamila euro, della sanzione pecuniaria per coloro che organizzano o promuovano spettacoli e manifestazioni che comportino sevizie o strazi per gli animali, includendo tra le condotte passibili di sanzione anche quelle esercitate da coloro che partecipano a tali spettacoli.

Vengono inoltre inasprite anche le sanzioni penali (fino a due anni di carcere e 30mila euro di multa) per coloro che organizzano combattimenti o competizioni tra animali.

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