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"Politiche pro-famiglia per salvare la natalità"

Il sociologo Marzio Barbagli: «Problema culturale, non bastano solo fondi e servizi»

"Politiche pro-famiglia per salvare la natalità"

«È dagli anni '8o che l'Italia è il Paese occidentale con il tasso di natalità più basso. A un certo punto la Svezia ha cominciato a fare più figli che non la Campania, mentre nell'immaginario degli svedesi le vie di Napoli erano piene di bambini». Marzio Barbagli non è affatto sorpreso dei dati contenuti nel rapporto Istat «Natalità e fecondità della popolazione residente».

Professore universitario e sociologo di fama internazionale, secondo Barbagli la novità principale del rapporto è un ulteriore calo della fecondità italiana. Dovuta sia alla diminuzione del numero di donne in età feconda sia a una minore propensione delle stesse a fare figli, spiegabile con la crisi economica. Ma è tutto riconducibile alle difficoltà delle famiglie ad arrivare a fine mese? «C'è sicuramente un problema di soldi, ma non solo. Anche avere servizi efficienti è fondamentale: asili nido, scuole materne, servizi per anziani così da liberare più tempo per le madri». La Francia è riuscita meglio di tutti gli altri Paesi europei a implementare delle politiche per contrastare questo fenomeno: è stato «il primo Paese che a metà dell'800 ha sperimentato un'importante diminuzione della fecondità di massa» e l'ha combattuta con una generosa politica a favore delle famiglie. Anche soldi e servizi efficienti non riescono tuttavia a spiegare compiutamente il calo della fecondità: «negli anni '90 il tasso di fecondità di Bologna era il più basso della storia dell'umanità. Ora di poco migliorato». Ma la situazione economica e i servizi offerti dalla città sono tra i migliori che si possono trovare in Italia. C'è qualcos'altro. Un fattore culturale: «le donne italiane hanno cominciato a lavorare fuori dalla famiglia ma i mariti non hanno contribuito alla gestione della vita domestica».

Un fattore culturale che si accompagna a una generalizzata incapacità politica, di destra e di sinistra, di prendere coscienza del problema demografico e darne delle risposte concrete. Un'incapacità che caratterizza tutti i Paesi dell'Europa Occidentale, Francia a parte. «Tutti hanno sperimentato un cambio di paradigma sociale. Da una società contadina si è giunti a una società industriale post moderna. I figli un tempo erano un'assicurazione contro la vecchiaia e le malattie.

Lo si nota negli immigrati che arrivano in Italia che hanno comunque a loro volta un tasso di fecondità più basso dei loro connazionali che non emigrano».

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