Cronache

Pompiere piromane per noia: "Qui non succede niente..."

Incastrato dai video: dava fuoco ai cassonetti e poi correva a spegnerli: "Lo avevo visto fare nei telefilm"

Pompiere piromane per noia: "Qui non succede niente..."

La Lomellina non è Chicago e un pompiere può annoiarsi molto. Era la noia, come ha ammesso lui stesso, a spingere un giovane vigile del fuoco di Palestro (nel Pavese) ad appiccare incendi. Per poi accorrere a sirene spiegate e spegnerli, proprio come gli eroi delle serie televisive americane alla Chicago Fire.

I carabinieri di Pavia hanno filmato e denunciato Marco P., 28 anni, volontario dei vigili del fuoco in servizio al distaccamento di Robbio Lomellina. Il giovane è accusato di incendio doloso e truffa aggravata. Gli inquirenti si erano insospettiti per una serie di roghi scoppiati tutti in un'area molto circoscritta e perché avevano notato che ad accorrere era sempre lo stesso pompiere. Inchiodato dai filmati, il 28enne ha spiegato che nella sua zona ci sono pochi incendi perché i boschi sono rari e dominano le risaie. «Cercavo l'adrenalina», ha detto ai militari. E di emulare gli avventurosi interventi del suo telefilm preferito. Nelle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza delle piazzole dei rifiuti, tra gli obiettivi privilegiati da Marco P., si vede il volontario che arriva in auto. Poi dà fuoco ai cassonetti e riparte in fretta verso il comando per poter essere il primo a rispondere alla chiamata d'emergenza.

Dopo le contestazioni dei carabinieri il giovane si è dimesso dall'incarico di pompiere «discontinuo», cioè chiamato in servizio solo in caso di bisogno. È accusato di sette casi di incendio doloso. Si sono verificati tra il febbraio del 2014 e il marzo 2017 nelle zone di Robbio, Palestro, Rosasco, Confienza. A prendere fuoco erano sempre cassonetti per l'immondizia, depositi di spazzatura, sterpaglie ai lati della strada e aree per lo stoccaggio di rifiuti. Nell'interrogatorio Marco P. ha ammesso ogni addebito. Su altri episodi, concentrati tra il 2016 e il marzo 2017, sono ancora in corso gli accertamenti. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Pavia.

L'accusa di truffa aggravata si riferisce alla retribuzione, comunque modesta, che il vigile del fuoco incassava in occasione degli interventi operativi. Da questo punto di vista la vicenda ricorda da vicino quella emersa nei giorni scorsi a Ragusa, dove 15 pompieri volontari provocavano incendi per poi attivarsi a spegnerli e ricevere l'indennità di 10 euro l'ora. Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato Conapo dei vigili del fuoco, invoca «una selezione più accurata del profilo psicologico, completa gratuità delle prestazioni dei vigili del fuoco volontari e la definitiva chiarezza istituzionale tra chi lo fa per puro volontariato e chi invece fa il precario e magari aspira a un posto di lavoro, ma viene anch'esso impropriamente chiamato volontario».

Il sindacato sottolinea infatti come anche il volontario pavese venisse pagato a prestazione, con un versamento mensile ma comunque in base al numero di interventi a chiamata suoi o del suo Comando. «Non si può legare il concetto di remunerazione a quello di incendio - aggiunge Brizzi -, in un periodo di crisi economica come quello che attraversiamo. A causa dei tagli mancano 3.500 pompieri effettivi, criticità che ha determinato in alcuni casi un ricorso affrettato a volontari e precari.

Ci sono circa 3mila idonei già selezionati nella graduatoria del concorso pubblico a 814 posti, che sono in attesa da ben nove anni di essere assunti».

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