Elezioni Regionali in Sicilia

Un Ponte sul futuro dell'Isola

Un Ponte sul futuro dell'Isola

Silvio Berlusconi, innovatore lungimirante, ha rilanciato il suo progetto di ponte sullo Stretto, da lui varato sin dal suo primo governo e bloccato, nel 2012, dal governo Monti, con tesi assurde. Con il ponte, il destino e il volto della Sicilia cambiano radicalmente. Il destino cambia perché essa così non è più un'isola, ma una parte della penisola dell'Italia, protesa nel Mediterraneo. Il ponte è la miglior ricetta contro la mafia perché comportando mobilità le fa perdere il controllo del territorio. Per questo essa si tenacemente opposta al ponte sin dall'epoca del governo Craxi che la propugnava. Accettato a voto palese, con la richiesta di voto segreto, il ponte veniva bocciato. Anche il volto della Sicilia, con il ponte sullo Stretto cambierà radicalmente perché la sua immagine avrà, al proprio inizio, un ponte a campata unica di 3,3 chilometri che sostituirà nel primato mondiale dei ponti sospesi quello di Akashi Kaikyo in Giappone lungo poco più di due chilometri. Quest'opera darà un poderoso incentivo al flusso turistico verso la Sicilia da tutto il mondo. Transitarlo sarà quasi obbligatorio come accade per le grandi attrazioni mondiali. Con la altezza di 400 metri delle torri è, in sé, una creazione tecnologica, ma anche artistica che dà nuova magia al paesaggio. I fari di notte lo potrebbero illuminare, a turno, con luci di colori diversi. Si potrebbero far concorsi per decorarlo con murales. Dal lato di Reggio Calabria, all'inizio, si potrebbe mettere, copia dei Bronzi di Riace, sul lato di Messina, le statue di Lentisco e Simmaco, gli atleti messinesi vincitori delle Olimpiadi greche. Quando il governo Monti, nel 2012, bloccò il progetto di Berlusconi, usò argomenti pretestuosi. Sostenne, che il costo sarebbe salito dai 3,9 miliardi con cui era stato approvato a 6,6 per l'aumento del tasso di interesse. Ma con le misure della Bce, il tasso di interesse stava scendendo al di sotto del tasso dell'epoca in cui era stata vinta la gara di appalto. Non era vero che si sarebbe dovuto accrescere il contributo pubblico, in precedenza previsto in 1,8 miliardi per 15 anni. Inoltre non era vero che il costo per l'erario sarebbe stato di 1,8 miliardi perché metà della cifra era possibile averla dalla Comunità Europea, come opera di interesse europeo. Inoltre, la attuazione del ponte comporta la cessazione dei contributi pubblici alla società dei traghetti, per il trasporto di persone e veicoli e per quello dei treni. Fra le cause per cui ci sono molti oppositori del ponte, ci sono gli interessi delle società dei traghetti a questa rendita garantita. Esse per altro possono riconvertirsi ad altre attività di trasporto turistico e di merci, vivendo sull'imprenditorialità. Con la riduzione del tasso di interesse, non solo si riduce il costo annuo del finanziamento del costo del ponte, da ripagare man mano con i pedaggi, durante la concessione ventennale. Si riduce anche il costo della sua costruzione, che comporta un finanziamento per gli otto anni, prima che esso entri in esercizio. Lo sviluppo economico e quello tecnologico si attuano con le grandi opere di tecnologia avanzata. Questa era la ricetta di Cavour e dei nostri grandi pensatori liberali dell'Ottocento; è stata nel '900 la ricetta di Nitti, di Einaudi e di Vanoni per lo sviluppo del Mezzogiorno e di poi di Craxi per l'Italia.

Essa è ancor più valida nel 2000.

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