Politica

Popolari, ok alla riforma: tetto al 5% contro le scalate

Agli istituti sedici mesi per adeguarsi. Attesa per le regole operative di Bankitalia

Roma - Passata senza modifiche, se non quelle introdotte alla Camera. La riforma delle banche popolari è legge, dopo il via libera del Senato arrivato ieri sera. A un giorno dalla scadenza del decreto. Nessuna sorpresa. I voti favorevoli sono stati 155. Una performance debole anche per il Senato, dove il governo può contare su una maggioranza molto risicata. I voti contrari sono stati 92. Già nei giorni scorsi, nonostante le pressioni che arrivavano dalla coalizione di governo, nelle riunioni preparatorie il governo aveva fatto capire che non c'era spazio per nessuna modifica alla riforma che ha creato forti mal di pancia alla destra della maggioranza, cioè nel Ncd, e anche a sinistra, in settori del Partito democratico.

Resta la soglia degli 8 miliardi, per l'obbligo di trasformare in Spa le vecchie Bp. E resta anche l'unico compromesso accettato dal governo Renzi, cioè la misure per evitare le scalate delle popolari. In particolare si dà alle banche la possibilità di introdurre nello statuto un tetto del 5% alle partecipazioni. Ma è solo transitorio.

Altre modifiche arrivate in Parlamento, la portabilità dei conti correnti con multe salate, fino a 64mila euro, per chi non eseguirà il trasferimento dei conti entro 12 giorni lavorativi.

In teoria per vedere la riforma applicata bisognerà attendere le regole operative che Bankitalia deve mettere a punto per far scattare le trasformazioni, ma molti istituti hanno annunciato l'intenzione di convocare le assemblee straordinarie già prima dell'estate, nonostante le norme concedano 16 mesi per completare l'operazione.

Proprio ieri Gianni Zonin, presidente della Banca popolare di Vicenza, ha sostenuto che l'associazione delle Banche Popolari «non si è mossa in tempo per anticipare un cambiamento che sarebbe stato meno radicale e meno repentino» se gestito direttamente dagli istituti. Poi ha difeso le banche. «Non è vero che quelle del territorio esistono perché popolari. È vero che ci sono banche minori che sono più attente alla piccola clientela.

Questa è una tradizione delle banche popolari».

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