Cronache

Pordenone, Gesù diventa Perù per non offendere gli islamici

Maestra ritocca la canzoncina di Natale. Poi però si scusa

Pordenone, Gesù diventa Perù per non offendere gli islamici

Gesù fa rima con Perù. Stesso numero di lettere e medesimo accento. E allora perché non sostituire due consonanti? Il risultato cambia ma senza fare troppo clamore, deve aver pensato l'insegnante che ha manomesso una canzoncina di Natale per non offendere i suoi alunni islamici.

E invece i genitori di due fratellini cattolici ascoltando la melodia ripetuta a casa durante il pranzo di Natale si sono accorti della modifica e più che clamore si è scatenata una bufera su una scuola della provincia di Pordenone. Fino a che la stessa docente della terza elementare della primaria Beato Odorico da Pordenone ha ammesso di aver trasformato il «Minuetto di Natale» in una sua singolare versione politically correct per «rispetto delle sensibilità di tutti». La dirigente dell'istituto scolastico Armida Muz si è detta estranea alla vicenda e ha condannato l'iniziativa dell'educatrice ma ha escluso per lei sanzioni disciplinari: «Se una canzone contiene il termine Gesù non la si può modificare. Se si ritiene che certi tipi di testi possano arrecare disagi si devono scegliere canzoncine senza specifici riferimenti. La maestra è molto valida, l'ho richiamata verbalmente, lei l'ha riconosciuto di aver sbagliato e mi ha assicurato che cose simili non accadranno più».

«Roba da matti: ormai il politicamente corretto ha superato ogni limite di decenza ed è diventato grottesco e ridicolo», commenta su Facebook della presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Critiche anche dalla piddina governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani: «La tolleranza e l'apertura verso tutte le culture e le religioni è un patrimonio storico della regione ma va posta molta attenzione in tutti quegli atti che potrebbero apparire come una censura delle tradizioni cristiane. Appaiono quantomeno fuori luogo iniziative che tendono ad autosopprimere espressioni tradizionali.

La laicità delle istituzioni deve anche difenderci da ogni forma di eccesso di zelo».

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