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Il portatile innocente per i medici: "Assolto per mancanza di prove"

La più nota è «Interphone», durata 10 anni in 13 Paesi diversi

Il portatile innocente per i medici: "Assolto per mancanza di prove"

In fatto di telefonini i giudici sembra ne sappiano più degli scienziati che ancora non si mettono d'accordo. Nel 2011 un gruppo di 34 esperti dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione (Iarc) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce i campi elettromagnetici (radiofrequenze dei telefoni cellulari e di altri dispositivi wireless) «possibilmente carcinogeni» (gruppo 2B), per i quali vi è una limitata prova di cancerogenicità negli esseri umani e un'insufficiente prova di correlazione nei modelli animali. Lo studio più importante per numero di soggetti coinvolti, però, si chiama Interphone, pubblicato nel 2010. Complessivamente l'analisi, durata dieci anni e condotta in 13 Paesi tra cui l'Italia, non è riuscita a trovare un'associazione tra il cancro e l'utilizzo del telefonino («assolto per mancanza di prove»), ma ha evidenziato un lieve aumento del rischio di sviluppare il glioma tra chi aveva passato al cellulare più di mezzora al giorno negli ultimi 10 anni. Altri ricercatori inoltre sostengono che l'aumento del numero di casi di cancro cerebrale collegato all'utilizzo estensivo del cellulare, per quanto piccolo, c'è e si può misurare: per ogni 100 ore di uso del telefono il rischio di neoplasie del cervello crescerebbe del 5%.

Il più recente studio sull'argomento arriva dall'Australia e ha confrontato i dati di 35mila persone con cancro al cervello con quelli sulla diffusione dei cellulari negli ultimi 29 anni. Anche in questo caso non è stato possibile trovare un incremento statisticamente significativo dei tumori associato all'utilizzo dei telefonini, né negli uomini, né nelle donne, per nessuno degli intervalli di età considerati. I ricercatori hanno verificato l'eventuale aumento dei casi di tumore tra gli utilizzatori più assidui, ma il numero di nuovi casi che si sono verificati è stato persino inferiore rispetto a quelli attesi. Sempre nel 2011 un gruppo di 34 esperti dell'Agenzia Ramazzini di Bologna hanno iniziato uno studio sulle radiazioni a radiofrequenza (Rfr) della telefonia cellulare, su ratti da laboratorio. Un anno fa sono stati pubblicato i primi dati: indicavano un aumento - piccolo, ma statisticamente significativo - di tumori del cervello (gliomi e neurinomi) e di rari tumori del cuore nei ratti esposti alle radiofrequenze dei telefoni cellulari. È stata vista anche una diminuzione del peso dei neonati partoriti da mamme esposte.

Ma i risultati definitivi dovrebbero essere pubblicati entro la fine dell'anno.

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