Cronache

Dal porto di Napoli all'attacco in Siria Il sottomarino fa infuriare de Magistris

E Strada elogia il Salvini «pacifista»: anche lui dice cose intelligenti

Dal porto di Napoli all'attacco in Siria Il sottomarino fa infuriare de Magistris

«Disappunto e non gradimento». Lo esprime il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, dopo aver scoperto, e riferito a sua volta in una nota inviata la scorsa settimana al comandante della Capitaneria di porto di Napoli, Arturo Faraone, che un sottomarino nucleare statunitense è approdato il 20 marzo nella rada di Napoli. E non si tratta di un caso, considerato che appena 48 ore fa, il sottomarino è stato al centro dell'attacco militare messo a segno da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia sulla Siria. Salpato dal porto di Gibilterra il 5 aprile, lo Uss John Warner ha partecipato all'operazione militare per distruggere l'arsenale chimico del regime di Bashar Al Assad lanciando sei missili Tomahawk. Ma il sindaco de Magistris non ci sta: «Vorremmo che chi ha la possibilità di farlo, non dia l'autorizzazione a queste navi di entrare nel porto di Napoli». E spiega perché: «Desidero ribadire - si legge nella nota - che il 23 settembre 2015 è stata approvata, su mia iniziativa, la delibera n. 609 con la quale è stata dichiarata area denuclearizzata il porto di Napoli. L'atto pone in evidenza la volontà di interdire l'attracco e la sosta, di qualsiasi natante a propulsione nucleare o che contenga armamenti nucleari». Il sindaco riafferma anche «il ruolo di Napoli Città di Pace, rispettosa dei diritti fondamentali di ciascuno, convinta del disarmo e della cooperazione internazionale». Perciò de Magistris chiede all'ammiraglio Faraone «di considerare, per analoghe situazioni future, che la determinazione e la volontà menzionate nella delibera 609 sono dirette al non gradimento che navi di tale caratteristiche sostino o transitino nelle acque della nostra città».

La guerra in Siria entra nell'agenda politica, da Napoli a Roma. E oltre al disappunto di De Magistris, si registra un'insolita convergenza. Succede infatti che Gino Strada, fondatore di Emergency, finisca per elogiare Matteo Salvini, che nei giorni scorsi ha evidenziato tutto il suo scetticismo rispetto all'attacco con cento missili delle forze alleate degli Stati Uniti su Damasco e Homs. «Sono contento - ha detto Strada a Circo Massimo, su Radio Capital - di vedere che anche Matteo Salvini dice qualcosa di intelligente. Molto meglio questa posizione contro la guerra che non quelle contro i migranti».

Nel frattempo ieri, in diretta Facebook da Larino, in provincia di Campobasso, parlando della situazione in Libia, il leader della Lega impegnato nelle trattative per cercare di formare un nuovo governo a Roma, ha ribadito: «Prima di sostenere qualcuno che spara missili e bombe a caso bisogna pensarci due volte, perché poi il problema ce lo abbiamo noi in Italia».

«Vorrei che l'Italia tornasse ad essere protagonista, non siamo servi né di Parigi, né di Berlino, non abbiamo lezioni da prendere da nessuno», ha aggiunto.

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