La frase choc del grillino: "L'uomo non dipenda più dal reddito"
27 Febbraio 2019 - 15:43Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia del Senato ed esponente di punta del Movimento 5 Stelle, ha scritto su Twitter che "l'uomo non deve più dipendere dalla necessità di un reddito". Raffica di prese in giro dagli altri utenti
Mentre il Senato dà il suo primo okay al "decretone" contenente quota 100 e reddito di cittadinanza, ecco arrivare su Twitter il commento di uno degli esponenti di punta del Movimento 5 Stelle a Palazzo Madama: Nicola Morra. Morra, ex professore di storia e filosofia eletto in Sicilia e ritenuto uno degli uomini migliori tra le fila pentastellate, ha commentato così il voto positivo dell'Aula: "Oggi è realtà. Dovrà essere migliorato, certamente. Ma è realtà. Ora si deve ripensare il rapporto tra uomo e lavoro. Senza che dipenda più dalla necessità di un reddito. #Redditodicittadinanza". Senza che dipenda più dalla necessità di un reddito. L'ha scritto davvero. "In che senso?", si chiederebbe Carlo Verdone nei panni dell'ingenuo Leo Nuvolone in Un sacco bello.
Oggi è realtà.
— Nicola Morra (@NicolaMorra63) 27 febbraio 2019
Dovrà essere migliorato, certamente.
Ma è realtà.
Ora si deve ripensare il rapporto tra uomo e lavoro. Senza che dipenda più dalla necessità di un reddito.#Redditodicittadinanza
Ed è ciò che si chiedono molti followers del senatore. "Me la spieghi?", scrive uno. "Forse volevi scrivere: rapporto tra uomo e assistenzialismo", ribatte un altro. Un'utente va dritta al punto: "Non ho capito l'ultima frase? Significa lavorare gratis o significa prendere un reddito senza lavorare? #RedditodiCittadinanza", mentre c'è chi preferisce concentrarsi sui danni del provvedimento piuttosto che sulla frase infelice di Morra. "Una misura fatta in deficit a carico delle future generazioni. Proprio una grande rivoluzione, come no". E un altro ancora: "Ci costa 0,45% di un Pil asfittico". Insomma, il senatore si becca diverse critiche.
Ma andiamo a rileggere la frase incriminata. Senza che dipenda più dalla necessità di un reddito. Il senatore dovrebbe andare a rileggersi la Costituzione, che all'art. 1 recita: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Lavoro a cui è agganciato un reddito, reddito che per essere guadagnato dev'essere accompagnato, appunto, dallo svolgimento di un'attività lavorativa. Oltre all'art. 1, sono diverse altre le disposizioni della Carta relative al lavoro. L'art. 4 dice che "La Repubblica riconosce a tutti il diritto al lavoro", l'art. 35 che "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme" e l'art. 36 che "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro". Solo in cambio del quale si può avere un reddito.
Piaccia o no al senatore e a tutto il carrozzone grillino.