Politica

"Posto a rischio. Siamo di nuovo sotto esame"

I docenti in rivolta

"Posto a rischio. Siamo di nuovo sotto esame"

Roma - «Ho appena comperato il biglietto del treno perché domani protesteremo davanti alla Camera perché non vogliamo essere licenziati per essere valutati nuovamente nonostante decine di anni di insegnamento». Anna Salzano è un insegnante della scuola primaria della provincia di Reggio Emilia che fa parte del gruppo di 7mila docenti diplomati ammessi con riserva in ruolo e che con il decreto Dignità rischia di perdere il proprio posto di lavoro in quanto saranno licenziati e ri-selezionati attraverso un concorso per titoli ed esami. «Avevamo così tanta fiducia in questo nuovo governo che sembrava così diverso dal passato e ora ci ritroviamo con questa sorpresa», racconta lasciando trasparire una certa simpatia pentastellata.

Signora Anna, perché protestate contro il decreto?

«Siamo un gruppo di diplomati magistrali entrati in ruolo con riserva. In passato, le sentenze di merito ci hanno dato sempre ragione e ora il decreto Dignità inventa questa specie di concorso nel quale non sarà valutata tutta la nostra esperienza dimezzando i nostri anni di insegnamento».

Perché dimezzati?

«Ci hanno detto che verrà valutata solo la metà degli anni di insegnamento e sarà privilegiato il titolo di laurea. A me che lavoro da quasi 16 anni di lavoro viene da piangere. Tanti sacrifici, gli stipendi tutti spesi per l'affitto quando si veniva assegnati lontano da casa non sono serviti a niente. A me dispiace, apprezzo anche l'impegno di alcuni politici che ci sono stati vicini come quelli di Fratelli d'Italia, ma qui si gioca con il nostro lavoro. Mi dispiace essere nuovamente inserita in una graduatoria regionale».

Quale soluzione proponete?

«Vorremmo che le graduatorie a esaurimento fossero riaperte per tutti quanti. Avevamo tanto aspettato questo nuovo governo per riavere quella dignità che ci era stata tolta. Ora non ci resta che ricordare insegnanti con i nostri stessi requisiti hanno vinto un migliaio di cause nelle quali è stato sancito che il diploma magistrale è titolo abilitante. Abbiamo svolto il nostro anno di prova, siamo stati valutati da un dirigente scolastico.

Perché dovremmo ricominciare tutto daccapo? Vorrei che i politici ci venissero incontro perché non abbiamo un lavoro fisso e conviviamo sempre con questa spada di Damocle sulla testa».

Commenti