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Il Ppe si affida a Berlusconi: "Supereremo le forze ribelliste"

Il leader ha ricevuto ad Arcore il presidente Daul: "Il centrodestra è ovunque l'alternativa alla sinistra"

Il Ppe si affida a Berlusconi: "Supereremo le forze ribelliste"

I legami con il Partito Popolare Europeo sono da tempo rinsaldati. Le effimere fascinazioni esercitate in passato da altri protagonisti della scena politica italiana ormai dimenticate.

L'ultimo attestato di stima per Silvio Berlusconi come unico leader possibile del Ppe in Italia viene rilasciato da Joseph Daul. Il presidente della grande famiglia popolare interviene a Roma ai lavori del think tank «European Ideas Network». A metà mattinata Daul lascia la Capitale. Il pranzo con Silvio Berlusconi, inizialmente previsto a Palazzo Grazioli, è stato infatti spostato a Villa San Martino a causa dell'influenza che ha colpito il leader di Forza Italia. Il presidente del Ppe si intrattiene con il Cavaliere, per poi tornare a Roma per una serie di incontri bilaterali. Un gesto di disponibilità e attenzione che viene molto apprezzato da Berlusconi.

Il pranzo si svolge in un clima assolutamente cordiale. Alla fine Berlusconi non nasconde la sua soddisfazione, convinto che «l'Italia tornerà presto a far valere il suo peso in Europa». «Ho rivisto con grande piacere il mio amico Joseph Daul che ha avuto la cortesia di venirmi a trovare ad Arcore» scrive su facebook. «Con Daul, molto attento e informato sulla situazione italiana, ci siamo trovati in piena sintonia, sulla base dei comuni valori e della stessa visione dell'Europa. Esco con la convinzione che vi siano le condizioni affinché l'Italia torni a far valere il proprio peso sulle decisioni dell'Ue».

In serata intervistato dal Tg5, Berlusconi ricorda come «il centrodestra sia ovunque in Europa l'alternativa vincente alla sinistra e possa e debba vincere anche in Italia». Si dice «grato per l'attenzione e il sostegno che il Ppe è pronto a darci in vista delle prossime elezioni». E come leader di Forza Italia aggiunge di «sentire forte la responsabilità di mettere insieme una coalizione che unisca i moderati e abbia chiari connotati cristiani, liberali ed europei e portarla alla vittoria. Il centrodestra può e deve vincere anche da noi, nonostante la presenza di forze ribelliste come i cinque stelle».

In mattinata Daul aveva fatto una analisi molto lucida sottolineando come «il vero problema del Ppe» in vista delle Europee del 2019 sia «la nostra incapacità di attirare i giovani e le masse che guardano al populismo. Dobbiamo parlare alle famiglie». Nel pranzo di Arcore, Berlusconi e Daul si confrontano sulla «follia» della Brexit e sulle preoccupazioni per il conflitto tra Stati Uniti e Corea, oltre ad analizzare il nuovo fenomeno della mobilità dei pensionati, non solo italiani, verso Paesi fiscalmente più accoglienti. Daul riconosce a Berlusconi il ruolo di leader e federatore del centrodestra italiano, ricorda il vertice di Pratica di Mare come passaggio fondamentale per il superamento della Guerra Fredda e si informa sull'evoluzione della legge elettorale italiana. Freddezza, invece, viene riservata ad Area Popolare. Così come Daul - che riconosce a Berlusconi un ruolo di argine contro il populismo - non manifesta alcuna rimostranza in merito all'alleanza con la Lega. Il tutto mentre Maurizio Lupi tenta una riapertura - «Berlusconi è il nostro interlocutore naturale» e dalla Sicilia Vittorio Sgarbi decide di convergere su Musumeci. «Intendo innalzare gli italiani a una più alta considerazione del loro patrimonio artistico. Musumeci, a partire dal nome Diventerà bellissima va nella stessa direzione.

Sono quindi disponibile a una collaborazione con la sua candidatura e il suo progetto».

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