Cronache

Precipitano dalla montagna: morti tre scialpinisti

Tragedia in Alta Val Susa

Un elicottero del 118 in una foto d'archivio
Un elicottero del 118 in una foto d'archivio

Sono stati traditi da quelle montagne che tanto amavo i tre scialpinisti torinesi che hanno perso la vita in Alta Valsusa. Erano partiti per un'escursione verso il Monte Chaberton, a 3100 metri sopra Claviere, in provincia di Torino, al confine francese, venerdì scorso e nel tardo pomeriggio dello stesso giorno gli amici, non vedendoli arrivare, hanno lanciato l'allarme.

Dopo una lunga notte di preoccupazione, le ricerche con l'elicottero - rese difficili dal vento e dalla scarsa visibilità - si sono interrotte.

Per non lasciare nulla di intentato, in tarda serata sono ancora partite due squadre del soccorso alpino piemontese e una francese che sono salite verso la cima, fino a quando l'oscurità non li ha bloccati. Le ricerche sono riprese all'alba di ieri e le già fievoli speranza di ritrovare in vita i tre scialpinisti si sono spente del tutto quando i soccorsi - italiani e francesi - hanno individuato i loro corpi nel territorio italiano, sotto il Coletto di Cresta Nera, nel comune di Cesana.

Le vittime sono tre ragazzi molto conosciuti, appassionati di montagna ed esperti scalatori: Margherite Beria D'Argentine, 24 anni, maestra di sci e studentessa universitaria, figlia del sindaco di Sauze di Cesana. Il suo fidanzato Antonio Lovato Dassetto, 28 anni, titolare di un'agenzia di viaggi per appassionati di vela e free climbing, e fondatore di un'associazione sportiva molto amata dagli appassionati di free climbing e vela. Insieme hanno affrontato decine di gite e passavano ogni momento libero al mare o sui monti, a fare sport. Con loro anche Adriano Trombetta di 37 anni, guida alpina da oltre 13 anni.

I loro corpi sono stati individuati in fondo a un canalone, a 2650 metri di altitudine e per recuperarli i soccorritori hanno impiegato oltre tre ore. Le loro auto sono state ritrovate al Monginevro, da dove il gruppetto era partito per raggiungere il massiccio ma l'ultima registrazione pervenuta attraverso le loro tecnologiche attrezzature li segnalava in un'area piuttosto pericolosa. Nelle squadre di ricerca sono stati impegnati anche gli amici di una vita.

La dinamica della tragedia è chiara, non ci sono dubbi: i tre ragazzi sono stati travolti e trascinati in basso da una placca che si è staccata dalla montagna proprio nel momento del loro passaggio.

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