Cronache

Premiato dalle imprese, non dalla scuola. Bocciato il "venditore di merendine"

Lo studente insignito del Premio Einaudi non è riuscito a salvare l'anno

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Promosso in spirito imprenditoriale, bocciato a scuola. Leonardo P., il diciassettenne di Moncalieri che qualche mese fa venne sospeso per la sua attività di venditore abusivo di merendine nel liceo Pininfarina della sua città in provincia di Torino, non ha salvato quello che certamente l'anno scolastico più folle della sua carriera. Il consiglio di classe alla fine lo ha respinto malgrado il percorso di ravvedimento operoso intrapreso. E malgrado il giovane sia stato nel frattempo insignito del Premio Einaudi per la sua intraprendenza. La bocciatura non sembra tanto legata al 6 in condotta preso nel primo quadrimestre e poi corretto a fine anno in 8, ma al rendimento complessivo di Leonardo. Epperò resta l'impressione che si tratti di una punizione esemplare per un ragazzo certamente non facile, figlia di un colpo di coda moralistico da parte di un'istituzione, la scuola, che non sembra far nulla per incoraggiare i nostri figli ad affrancarsi da quel mammismo secchione e libresco che nella vita alla fine risulta spesso perdente.

La vicenda ha inizio il 17 novembre scorso, quando il preside dell'Itis Pininfarina di Moncalieri organizza un tranello ai danni di quel suo studente furbetto che da tempogestisce un «bagarinaggio» all'albicocca all'intervallo. Il meccanismo del business è da manuale di economia: Leonardo si rifornisce di merendine a un vicino discount dopo aver condotto un'indagine di mercato e aver indagato i gusti della clientela, ne riempie zaini, poi le rivende con un sovrapprezzo minimo (20 centesimi l'una) agli studenti che non sono costretti a soggiacere al ricatto dell'esosissima macchinetta di vending, che sputa le stesse merendine a un prezzo più che doppio. Per non parlare del bar. Gli studenti (al Pininfarina ce ne sono 1700) pagano Leonardo volentieri, ma qualcuno al Pininfarina borbotta. Leonardo già l'anno precedente era stato beccato a fare lo spacciatore di snack e aveva passato i suoi guai. E così il preside per quella mattina novembrina convoca al Pininfarina i vigili, che perquisiscono gli zeppi zaini del ragazzo scoprendo e mettendo a referto la mercanzia. Scatta una sospensione di quindici giorni e il 6 in condotta per l'imprenditore di girelle. «Le regole sono regole - sentenzia più o meno il presiden Stefano Fava - e la scuola serve anche a insegnare il rispetto per esse».

Amen. A Leonardo viene richiesto di presentarsi in una associazione che si occupa di preparare e consegnare cassette di frutta e verdura scartate dai mercati e destinate alle persone disagiate per trascorrere lì le quindici mattine (non consecutive) di punizione. La famiglia però si mette di traverso: l'associazione è scomoda e lontana e l'attività proposta non è ritenuta «consona». Una presa di posizione che innervosisce il preside e fa arrabbiare il presidente dell'associazione: «A quel ragazzo avrebbe fatto bene confrontarsi con chi ogni giorno affronta le fatiche del vivere».

I rapporti tra la scuola e la famiglia sono sempre più tesi. Leonardo medita di cambiare scuola. Si vede anche recapitare una multa per attività illecita dell'ammontare di 5.176 euro, più dei 4.800 euro guadagnati in anno di commerci scolastici. L'unica buona notizia è il premio Einaudi che gli vale 500 euro. E il corso formativo di imprenditoria seguito all'Unione Industriali con tanto di stage in un'azienda di comunicazione di Settimo Torinese.

E ieri la bocciatura.

Che dà ragione a chi pensa che se Bill Gates fosse nato in Italia il garage in cui avrebbe potuto nascere la Microsoft sarebbe stato chiuso dai Nas.

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