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"Il premier? Fa puttananate". Lo dice il cugino di Renzi

Sindacalista della Uil, Mario Renzi dice che la riforma della Pa è una puttanata e che il governo non ha fatto nulla

Mario Renzi, cugino sindacalista del premier
Mario Renzi, cugino sindacalista del premier

Mario Renzi, sindacalista Uil, conosce bene il presidente del Consiglio: Matteo, infatti, è il figlio di suo cugino: "L'ho visto crescere - racconta al Fatto Quotidiano - era predestinato. Lo dicevo io: ha tutti i numeri e grandi capacità, diventerà premier". Però, nonostante la parentela, il sindacalista Renzi ce l'ha con il capo del governo. Lo dice a chiare lettere: "Se continua così perdiamo un altro 0,3% di Pil". E insiste: "Nei primi 6-7 mesi le poteva azzeccare di più", lasciando intendere che non abbia governato molto bene. E sugli ottanta euro si fa una risata: "Ha vinto (le elezioni, ndr) con quelli".

Molto duro il giudizio sulla riforma della Pubblica amministrazione: "Quella - dice con accento fiorentino - l'è una puttanata. E' un provvedimento senza significazto, senza senso. Non incide sui problemi e non responsabilizza la dirigenza". Potrebbe sorgere il sospetto che il giudizio sia così drastico perché lui, Mario Renzi, è segretario generale della Uil Toscana, settore Pa. Ma lui assicura di no e prova a spiegare meglio la sua critica: "La riforma della Pa è un'opera scenica. Gli effetti concreti sono zero. Le ore di permesso sono così poche sul totale di quelle lavorative che non influirà minimamente. Il fervore e l'enfasi con cui il ministro Madia e Matteo l'hanno presentata avrebbe potuto essere dedicata a ben altro". Insomma, una stroncatura in piena regola: "Fa molto scena, ha un impatto sui media e solletica gli umori dell'elettorato". Poi l'attacco frontale: "Dietro il paravento, però, si demoliscono i diritti sindacali e la democrazia nei luoghi di lavoro".

Sul decreto lavoro non è meno tenero. "Lo chiamano così ma di lavoro ha solo il nome, forse qualche sfumatura, ma sfumatura proprio. Imprese e lavoratori avevano altre necessità".

C'è delusione nelle parole di Mario Renzi: "Non si fa mica il premier come si fa il sindaco di Firenze...". Poi, però, si lascia andare a un filo di speranza: "Doveva prendere le misure.

Speriamo ora l'abbia fatto e in autunno si riesca a vedere il vero Matteo".

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