Elezioni Comunali 2016

Il premier si smarca dal voto ma in vista dei ballottaggi prepara le mance elettorali

Renzi costretto sulla difensiva: "La partita vera è il referendum". E punta sugli annunci per il secondo turno. L'incontro con il presidente di Confindustria Boccia

Il premier si smarca dal voto ma in vista dei ballottaggi prepara le mance elettorali

«Finalmente si è girata la curva, ma a me non basta, io ho fame di risultati». Il premier Matteo Renzi dedica gli ultimi scampoli di campagna elettorale per diffondere un messaggio che anche per i suoi standard suona un po' difensivo. Dice che il governo ha fatto molto, che le critiche emerse in questi giorni (ad esempio sul bonus da 80 euro da restituire) sono da respingere. «Questo è un momento in cui tante cose stanno andando avanti. L'economia italiana nel 2016 sta andando meglio, ancora poco, ma sta andando meglio del 2015. E il 2015 era andato meglio del 2014», ha detto ieri alla Festa cittadina del Pd di Bologna davanti ai volontari del partito.

In difesa anche su un possibile flop alle prossime elezioni. «Il voto per le amministrative non cambia niente per il governo. Il voto referendario sì, per il governo e per l'Italia. Se passano le riforme un parlamentare su tre via! Torna a lavorare. Senza le riforme invece si perde la flessibilità guadagnata con l'Europa, e si torna agli inciuci».

Sulle sue riforme sono state dette non corrette e smentite dai numeri. Sul Jobs act, sul boom di sbarchi degli immigrati e anche sugli 80 euro da restituire. Il bonus resta l'architrave della politica economica di Renzi. «Sono un gigantesco aiuto al ceto medio, sono solo i miliardari che possono considerarla una mancetta».

Ma la parola chiave dell'intervento di ieri è la «fame di risultati». Le elezioni si avvicinano, e il premier intende puntellare questo appuntamento, fino al secondo turno delle Amministrative e il prossimo di ottobre con il referendum costituzionale, con una serie di annunci. Strizzando l'occhio anche all'elettorato non di sinistra.

È in arrivo ad esempio l'attuazione del pacchetto Madia sulla pubblica amministrazione, che di fatto ricalca i passi della riforma (già in vigore) di Renato Brunetta. Con alcune parole d'ordine e misure ad effetto, come la stretta sui tempi dei provvedimenti disciplinari contro i cosiddetti furbetti del cartellino.

Potranno essere messi fuori dall'ufficio entro 48 ore dal fatto, con stipendio dimezzato. È la risposta ai vari casi di cronaca emersi in questi mesi e un tema caro all'elettorato moderato, che se lo ritroverà spiattellato sui giornali proprio alla vigilia del ballottaggi, a metà giugno.

L'attenzione ai media è talmente alta che nel pacchetto dovrebbe spuntare anche un rimborso per danno all'immagine della Pa provocato dai furbetti del cartellino. Più ampio sarà lo spazio che i media daranno all'episodio di mala amministrazione, maggiore sarà la «multa».

Arma a doppio taglio, visto che potrebbe indurre i dirigenti ad occultare i casi più che a renderli pubblici.

In arrivo anche la Scia unica, dichiarazione di inizio attività semplificata, la cui attuazione è in dirittura d'arrivo.

L'attenzione è tutta sui temi economici e ieri il premier ha incontrato il neopresidente di Confindustria Vincenzo Boccia, in attesa di misure pro imprese, dopo l'appoggio al referendum-plebiscito sul governo.

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