Cronache

Il premio ai Comuni virtuosi che ospitano i rifugiati? Lo pagano gli stessi rifugiati...

Così gli enti locali fanno la "cresta" sul pocket money

Il premio ai Comuni virtuosi che ospitano i rifugiati? Lo pagano gli stessi rifugiati...

Roma - È sempre stato un vanto, per il premier Matteo Renzi, l'accoglienza dei profughi che sbarcano sulle coste italiane senza sosta. Un modello, quello italiano, di cui vantarsi di fronte all'Europa. E non importa se talvolta al presidente del Consiglio capita di bluffare sui numeri, come su quei 50 centesimi giornalieri a migrante da affidare ai Comuni per favorire l'assistenza, oltre ai 500 euro l'anno che arriveranno agli stessi Comuni che aderiscono allo Sprar, ossia al sistema di protezione per i richiedenti asilo e per i rifugiati. Un incentivo all'accoglienza, inserito nel decreto fiscale, di cui si era già parlato, ma che ora sta per concretizzarsi, a breve ufficializzato da una circolare ministeriale.

Anche se poi, andando a ben guardare, si scopre che annunciando il provvedimento che premia i Comuni più virtuosi, Renzi ha fatto un po' il gioco delle tre carte. Perché è vero sì che nelle casse comunali andranno a finire 50 centesimi al giorno per ogni migrante accolto ma è anche vero che il denaro in ballo è sempre lo stesso, nessuna nuova risorsa per l'emergenza immigrazione, perché gli annunciati 50 centesimi saranno scalati dal pocket money giornaliero del richiedente asilo, che invece di prendere 2,5 euro al giorno per le piccole spese (dei 30 al giorno stanziati per la sua gestione complessiva) ne prenderà soltanto 2. Il premier, insomma, si fa bello sulla pelle dei migranti, andando in aiuto dei Comuni più virtuosi, che sarà un caso ma sono per lo più a guida Pd, premiando quei sindaci che si sacrificano accettando di dare ospitalità a uomini, donne e bambini arrivati in Italia via mare, e che potranno utilizzare questi 15 euro al mese per profugo a loro piacimento, non necessariamente per i progetti di accoglienza e integrazione.

I 500 euro a migrante, invece, previsti da quello che il ministro Angelino Alfano ha chiamato «bonus gratitudine», saranno assegnati una tantum come premio e per questo sono stati stanziati cento milioni. «I sindaci che al 15 ottobre accolgono sul loro territorio dei migranti avranno riconosciuto un contributo per migrante che dimostrerà che lo Stato è riconoscente a quelle comunità che accolgono», aveva spiegato il presidente del Consiglio a metà ottobre presentando la nuova manovra economica.

Oltre ad un nuovo piano per la gestione dei flussi, che prevede una distribuzione più equilibrata dei migranti (2,5 ogni mille abitanti per la maggior parte dei Comuni, 1,5 ogni mille per le grandi città), il Viminale ha pensato ad un sistema premiante per allargare il numero dei Comuni che aderiscono allo Sprar, che ad oggi sono soltanto 1.200 su 8mila. Non solo con incentivi economici, ma anche con lo sblocco del turnover amministrativo. I sindaci che apriranno le porte agli immigrati, cioè, potranno assumere nuovo personale nei settori più esposti, come nella polizia municipale o i servizi sociali.

E proprio ieri dal Parlamento europeo è arrivato un monito ad aiutare davvero i Comuni più esposti nell'emergenza immigrazione. Il richiamo è di Lara Comi, eurodeputato Fi: «È ora che il governo sostenga economicamente i Comuni impegnati nella difficile gestione dei migranti - dice la vicepresidente del Partito Popolare Europeo - a partire dalle ingenti spese che le amministrazioni locali devono affrontare per l'assistenza ai minori non accompagnati.

I soldi ci sono, basta al gioco dello scaricabarile: sosteniamo le amministrazioni in prima linea».

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