Politica

Prenotazioni boom: è l'effetto over 40. "Scoperti" ancora 4,5 milioni di fragili

In un giorno in Lombardia pienone di under 50. Fondazione Gimbe: "Recuperare i ritardi sulla fascia dei 60enni e dei caregiver". Via alle fiale anche in farmacia: ogni dose sarà tracciata

Prenotazioni boom: è l'effetto over 40.  "Scoperti" ancora 4,5 milioni di fragili

La lunga notte dei quarantenni lombardi. Da mercoledì in tarda serata in più di 400mila hanno prenotato la prima vaccinazione, dimostrando un senso di responsabilità paragonabile solo alla voglia di libertà e di ottenere il green pass. Il generale Figliuolo l'aveva detto: entro giugno tutti sapranno in che giorno si dovranno vaccinare. E così sarà. Ma sorge un dubbio. Si riusciranno a smaltire le lunghissime liste d'attesa dei cinquantenni? A porsi la domanda era stato lo stesso Guido Bertolaso, consulente per la campagna vaccinale della Lombardia, riflettendo sulle migliaia di dosi ancora da somministrare. Per questo per un attimo aveva anche timidamente ipotizzato di posticipare le prenotazioni dei quarantenni, per dare più respiro alle operazioni nei centri vaccinali. Ma tant'è.

Resta tuttavia un'incognita in molte regioni: d'accordo vaccinare i quarantenni ma ci sono ancora molte persone fragili o cargiver in attesa del vaccino. Per la precisione, in base ai calcoli della fondazione Gimbe, sono 4,5 milioni «ad elevato rischio di ospedalizzazione e morte». Il calcolo è il risultato dei ritardi delle immunizzazione nelle fasce d'età over 60: «L'8,7% degli over 80 (383.473) non ha ricevuto neppure una dose, la percentuale sale al 21,4% nella fascia 70-79 (1.277.134) e al 38,6% per quella 60-69 anni (2.845.236)» riporta il monitoraggio. «Seguendo i trend delle coperture vaccinali - spiega Renata Gili, responsabile ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe - se per gli over 80 la frenata è iniziata quando le percentuali avevano superato l'80%, per la fascia 70-79 anni i segnali di rallentamento sono più precoci e per quella 60-69 le coperture salgono più lentamente».

Secondo la Fondazione «questo dimostra che una vaccinazione di massa non può affidarsi solo alla prenotazione volontaria, ma deve essere integrata con altre strategie: dalla chiamata attiva al colloquio individuale per superare l'esitazione vaccinale; da campagne d'informazione con il coinvolgimento di influencer alla cosiddetta 'spinta gentile'».

Tradotto: va bene essere soddisfatti della corsa alla prenotazione e dei 9 milioni di italiani già vaccinati, ma non è sufficiente. È più che mai necessario intercettare quel sottobosco di indecisi e coprire quante più persone possibile. A mettere il turbo alle vaccinazioni è la decisione del ministro alla Salute Roberto Speranza che ha ufficializzato le vaccinazioni in farmacia e ha emesso un'ordinanza che regola le consegne delle dosi: ogni flacone sarà targato con un codice e verrà assicurata la tracciabilità di ogni singola dose.

Ed è quindi ora di parlare di obbiettivi a breve e medio termine. «Bisogna che sia vaccinato almeno il 50% della popolazione per poter cominciare a vedere un rallentamento della circolazione del virus» sostiene Silvio Garattini, fondatore dell'Istituto Mario Negri e da poco premiato dall'Accademia dei Lincei. Lo scienziato mette in guardia: «Ci vuole un attimo perché tutto riparta, stiamo attenti».

Al momento tuttavia lo stesso premier Mario Draghi esprime soddisfazione per i risultati parziali della campagna vaccinale. «Sono molto soddisfatto - dichiara - per la sterzata che si è data sulle classi di età per le vaccinazioni, si è data priorità ai più anziani e più fragili. Due mesi fa il 3,3% tra i 70 e i 79 anni erano vaccinati, oggi siamo all'80%.

Questo ha prodotto un frutto che stiamo vedendo e la possibilità di procedere con rischio calcolato alle riaperture con gradualità».

Commenti