Politica

Prescrizione e intercettazioni: Renzi tratta con i magistrati

Dopo le inchieste sul Pd e lo scontro con le toghe il premier accontenta le procure: il ddl che allunga i tempi dei processi e le regole sulle conversazioni spiate subito al Senato con la riforma del processo penale

Prescrizione e intercettazioni: Renzi tratta con i magistrati

Matteo Renzi ha bisogno di riguadagnare la popolarità persa dopo l'inchiesta di Potenza e quella in Campania che svela un Pd legato alla camorra. E deve ricucire lo strappo con la magistratura, per lo scontro con il presidente dell'Anm Piercamillo Davigo sui politici corrotti che continuano a rubare peggio che ai tempi di Mani Pulite.

Un'accelerazione in Parlamento alla riforma che interessa la prescrizione, abbinandola a quella delle intercettazioni, ha pensato, è il segnale giusto da dare all'opinione pubblica e alle toghe. Davigo, Cantone, Pignatone, Gratteri e gli altri insistono sulla «morte del processo» troppo breve? Superando le resistenze di Ncd, l'allungamento dei tempi sarà fatto e per i reati di corruzione più degli altri, ma i magistrati dovranno ingoiare regole nuove per l'ascolto delle conversazioni, certo lasciando a loro discrezionalità nel distinguere tra materiale rilevante e non, mettendo freni soprattutto alla pubblicazione sulla stampa.

L'obiettivo potrebbe essere raggiunto addirittura prima delle elezioni amministrative di giugno, sarebbe un bello spot elettorale, anche se il Guardasigilli Andrea Orlando ha annunciato «entro l'estate» la legge sulla prescrizione.

Così, arriva l'ordine di trovare la quadra con Ncd per inserire nella riforma del codice penale, dove c'è un emendamento sulle intercettazioni, anche il capitolo sulla prescrizione, che faceva parte di un altro disegno di legge. Il testo è all'esame della commissione Giustizia del Senato, i centristi della maggioranza che finora hanno frenato sulla prescrizione, accettano l'abbinamento in una riunione di maggioranza. D'altronde, i dem sanno bene che con centrodestra e grillini contrari e Ala di Verdini che fa i capricci, soprattutto a Palazzo Madama i voti di Ncd servono eccome.

Qualche compromesso è messo in conto. Intanto, però, il premier vuole dare urgentemente l'annuncio che il suo governo combatte la corruzione e aiuta i magistrati ad indagare e a fare i processi.

Il disegno è chiaro nelle parole del responsabile Giustizia del Pd, David Ermini. Si parte, spiega, dalla proposta di legge approvata alla Camera che prevede «tre anni di allungamento delle prescrizioni per tutti i tipi di reati per il meccanismo delle sospensioni, e degli aumenti molto alti per i reati di corruzione e reati satelliti, che addirittura portano la prescrizione per la corruzione a 21 anni e 9 mesi, cioè sostanzialmente la corruzione diventa un reato di fatto imprescrittibile». Questo, perché la corruzione spesso non si scopre subito, ma negli anni successivi. «Al Senato ci sarà un accordo- sottolinea- non è detto che sia questo ma ci sarà».

Che il testo sarà ritoccato al ribasso su pressione di Ncd è già previsto, sembra anzi che «il giusto equilibrio » di cui parla Renato Schifani, possa essere 19 anni per la corruzione, dai 12 attuali. I centristi sarebbero d'accordo e avrebbero ottenuto una modifica al testo della Camera sulle fasi del processo: un anno per la sentenza d'appello e 2 per quella in Cassazione, per dare più tempo al terzo grado di giudizio e non al secondo.

I relatori del ddl sul codice di procedura penale, Giuseppe Cucca e Felice Casson del Pd, propongono in commissione l'abbinamento della prescrizione e oggi si voterà. «Siamo ragionevolmente ottimisti», dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Ma anche sulle intercettazioni il percorso è delicato. Per Davigo e i procuratori delle maggiori città, in audizione al Senato, la legge non serve e il M5S li appoggia. Armando Spataro, della procura di Torino avverte: «La delega è troppo generica.

La rilevanza penale delle intercettazioni non può che essere rilevata dai giudici, non può essere disciplinata per legge».

Commenti