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Prescrizione, Salvini ai grillini: "Non possiamo cambiarla così"

Il ministro avverte l'alleato di governo: "Le cose non si fanno in questo modo". Poi assicura: "Il contratto è sacro"

Prescrizione, Salvini ai grillini: "Non possiamo cambiarla così"

Matteo Salvini avverte il Movimento Cinque Stelle: "La prescrizione non si cambia così". Dopo le polemiche innescate dal botta e risposta tra il ministro Bongiorno e il ministro Bonafede, adesso è il leader della Lega a rompere il silenzio su un fronte così delicato come quello della giustizia. In un'intervista al Corriere, il vicepremier spiega la sua posizione: "Quello che firmo io mantengo, gli impegni che prendo li rispetto. La riforma della giustizia e anche della prescrizione sono nel contratto di governo e li faremo. Però, la giustizia è affare delicatissimo: se ci si mette mano, bisogna farlo bene". Poi spiega le sue perplessità sulla proposta dei Cinque Stelle: "Io sono d’accordo sul fatto che i processi debbano avere una fine e sono d’accordo sul fatto che non possano essere prescritti quelli di chi ha i soldi. Io dico: riformiamo la prescrizione, ma facciamolo in maniera efficace. Non necessariamente un emendamento presentato dalla sera alla mattina è il modo migliore". A questo punto parla del suo rapporto con l'alleato di governo, il Movimento Cinque Stelle guidato da Di Maio: "Gli obiettivi miei, di Di Maio e di Bonafede sono gli stessi. E nessuno deve avere dubbi: il contratto è sacro, e vale per tutto quello che contiene, dal reddito di cittadinanza alla Fornero all’esame costi-benefici per le grandi opere".

Poi parla anche dei complotti agitati dai grillini e delle presunte "manine" che hanno accompagnato il dl Fiscale: "Io non parlo di manine e di complotti, ma è vero che ogni tanto bisogna tenere gli occhi ben aperti". Infine aggiunge: "Noi abbiamo inserito nel decreto fiscale la chiusura degli arretrati per il mondo delle sigarette elettroniche, dato che Gentiloni si era inventato la supertassa. Fatto sta che il testo era entrato in un modo ed è uscito nell’altro: e la tassa ritornava.

A me erano girate le scatole, ma mi è già passata: mi toccherà solo presentare un emendamento. E dunque, non grido al complotto ma capisco lo sfogo di Di Maio»

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