Cronache

Presi quattro membri della "banda degli orfani" romeni

Avevano fatto rapine anche a Milano

Presi quattro membri della "banda degli orfani" romeni

Venivano prelevati dagli orfanotrofi in Romania, e per loro iniziava una vera e propria università del crimine: per quattro mesi, nel profondo dei boschi della Transilvania, imparavano a usare mazze e asce, a cambiarsi in fretta, a fuggire senza lasciare tracce, a dormire all'aperto e a resistere a climi rigidi. Grazie a simili abilità mettevano a segno colpi - ogni volta con inaudita ferocia - in tutta Europa, da Parigi a Firenze.

E proprio su richiesta della procura fiorentina, nei giorni scorsi quattro persone sono finite in manette nell'ambito di un'operazione di polizia che ha coinvolto numerosi Paesi, e altrettante sono tuttora ricercate. Il commando sgominato farebbe parte di un gruppo paramilitare di circa 300 persone: tra esse, anche coloro che nel dicembre 2013 fecero irruzione in una nota gioielleria del centro storico di Firenze col volto coperto da passamontagna e impugnando mazze di ferro, rubando orologi e preziosi per circa 300mila euro.

È stata la squadra mobile della questura, con immagini e testimonianze, a ricostruire la composizione del commando: otto persone, di cui una rimasta a distanza, due nelle vicinanze dell'obiettivo e cinque entrate in azione. Una tecnica simile a quella usata in altri colpi messi a segno nei mesi precedenti: la stessa banda sarebbe infatti responsabile delle rapine con mazze e asce compiute in due gioiellerie nel centro di Milano, in via della Spiga, e di una tentata rapina in una gioielleria di via del Parione, sempre a Firenze. «L'operazione - ha spiegato il procuratore Giuseppe Creazzo - ha tolto di mezzo soggetti che agivano con straordinaria ferocia e violenza per mettere a segno il colpo e intimidire le vittime».

Sempre secondo gli inquirenti i quattro arrestati fanno parte di una maxi organizzazione stroncata nei mesi scorsi con la cattura del presunto leader in Romania. È qui che iniziava la carriera dei giovani criminali, che venivano reclutati tra gli orfani e istruiti alle rapine mentre la «nuova famiglia» - come la chiamavano in gergo - pagava 5.000 euro ogni suo affiliato e si occupava anche dell'assistenza ai parenti in caso di arresto. Tra gli insegnamenti, anche quello di scavare sempre una buca vicino all'accampamento per sotterrare i mozziconi di sigaretta, in modo da non lasciare tracce di dna.

Abilissimi, insomma, ma non abbastanza: gli agenti della mobile di Firenze li hanno rintracciati proprio grazie al dna trovato su alcuni abiti abbandonati dopo il colpo alla gioielleria, incrociando i dati con quelli raccolti dalle altre polizie europee.

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