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Il "president" sempre più isolato Esplode la rabbia degli estremisti

L'ultra sinistra non accetta il suo tentennamento

Il "president" sempre più isolato Esplode la rabbia degli estremisti

Barcellona Sempre più solo con la sua revolucíon in stand by, mentre il numero dei consensi parlamentari dei suoi alleati Cup, i veterocomunisti rimasti a bocca asciutta martedì sera, potrebbe scemare così da rischiare le elezioni anticipate o il ribaltone. Tolti i dieci seggi di Cup, Junts per Sì (la coalizione del PDeCAT, il partito di Puigdemont) andrebbe a 62 seggi sui 135 del Parlament, quindi sotto la maggioranza assoluta.

Lo sa bene Carles Puigdemont che dalla sua parte, ora, ha soltanto il biasimo del popolo di secessionisti. Los indipendentistas, martedì sera, a cinquantadue secondi dall'inizio del discorso del President, che sospendeva la proclamazione della Repubblica della Catalogna, sono rimasti attoniti dalla volontà di Puigdemont di sospendere la lotta a favore del negoziato. «Ci hanno servito un bel gatto arrosto con patate, facendoci credere che fosse un coniglio ruspante», ha dichiarato Quim Arrufat, portavoce Cup.

I veterocomunisti hanno accusato Puigdemont di «non avere rispettato gli accordi di Junts pel Sì per proclamare la repubblica catalana e dare inizio al processo dell'Assemblea Costituente». La segreteria di Cup, ieri, ha detto che non appoggeranno nessuna mozione per dialogare con Madrid, ma voteranno soltanto la roadmap per dare sovranità della Catalogna.

Martedì sera, mentre Puigdemont parlava all'emiciclo già da dieci minuti, la Cup faceva il suo ingresso alla Camera in ritardo per elemosinare qualche tiepido applauso al President cui poco prima, avevano espresso la volontà di non presentarsi in aula. La falange anticapitalista del tripartit aveva annusato nell'aria il pasticciaccio che PDeCAT stava per servire. Quando martedì sera si è visto Artur Mas, l'ex governatore, scendere da solo, e in fretta, la scalinata del Parlamento, si era capito che si era rotta la locomotiva catalana dell'indipendenza. «Si è persa una grandissima opportunità nel non dichiararci formalmente Stato. Potevamo confrontarci ad armi pari con Madrid», ripetono dal Cup.

«Ci siamo fatti un mazzo tanto per votare e far votare al referendum e ora vi siete rammolliti, spaventati dall'articolo 155 e incapaci di dichiarare sul serio. Andate a lavorare! Sudatevi la camicia», ha urlato martedì dal suo scranno Mireia Boya, deputata Cup. Tuttavia i proletari catalani non danno per persa del tutto la fiducia con Puigdemont. Infatti, se Rajoy ha dato cinque giorni di ultimatum al President, Cup ne dà trenta.

E le lancette corrono, mentre i veterocomunisti s'incattiviscono.RPell

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