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Il presidente già al lavoro, tanti i dossier sul tavolo Abiterà nell'appartamento scelto da Ciampi e Scalfaro

RomaChe fare? Se lo chiedeva più di un secolo fa Lenin, se lo sta domandando adesso pure Sergio Mattarella. Archiviata con grande «soddisfazione» la fase degli applausi, dei telegrammi, degli apprezzamenti e dei giudizi positivi, preso possesso del Colle, il capo dello Stato ha adesso il problema della prima mossa. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono, tutti chiedono un suo intervento. Ma lui frena. «Sono appena entrato - dice ai suoi collaboratori - E questo palazzo è così grande». Anche gli incontri sono congelati: Silvio Berlusconi e Beppe Grillo dovranno pazientare.

Stamattina il presidente andrà a Palazzo Spada per l'inaugurazione dell'anno giudiziario del Consiglio di Stato. È prevista scena muta. E chi l'ha visto in questi giorni sostiene per sarà così per un bel pezzo. «È di scuola morotea: prima di parlare, pensarci dieci volte, prima di agire, aspettare che le cose si chiariscano». Eppure sono in tanti a tirarlo per il cappotto blu. Pier Luigi Bersani si aspetta che «le riforme vadano sul binario giusto». La Lega vuole un segnale verso le autonomie. Giorgia Meloni un'iniziativa per i marò. Il grillino Luigi Di Maio lo attende «alla prova del nove sul decreto fiscale». Francesco Storace domanda di correggere l'Italicum. I licenziati Fiat chiedono aiuto. E persino l'agenzia di rating Fitch si augura che ora «dopo la rapida elezione, ci si concentri sulle riforme istituzionali e economiche».

Dunque l'arbitro terrà ancora il fischietto in tasca. Non sempre. «Vedrete, entrerà molto di meno nella dinamica politica», prevede Linda Lanzillotta. «Non dirà solo dei sì, ma anche dei no, però in maniera nascosta, discreta. Userà molto la moral suasion », dice Marina Sereni. Ma già la settimana prossima, quando presiederà la prima seduta del plenun del Csm, forse gli toccherà affrontare una pratica scottante, il taglio delle superferie dei magistrati. Una legge del governo prevede di ridurle da un mese e mezzo ai canonici trenta giorni, le toghe resistono. L'altra sera durante il ricevimento il vicepresidente del Consiglio superiore ha preso Mattarella per un braccio e gli ha detto: «Dobbiamo parlare». Era questo l'argomento?

Per il resto, ordinaria amministrazione. Un telegramma a re Abdallah II per esprimere «orrore per la barbara uccisione del pilota giordano». Molte telefonate. Lo studio dei dossier internazionali: a fine febbraio arriverà a Roma il nuovo segretario generale della Nato, Jens Stoltemberg. Il completamento della squadra, che richiederà ancora qualche giorno.

E poi c'è da prendere confidenza con il Quirinale. Mattarella si è insediato al secondo piano della «Palazzina», l'edificio laterale alla fine della Manica Lunga, costruito a metà del Settecento da Ferdinando Fuga. L'appartamento privato in dotazione al capo dello Stato è stato abitato in passato da Scalfaro, Ciampi e, i primi tre anni, Napolitano. Solo in ottocento metri quadrati compresa la parte di rappresentanza, con la sola compagnia della Storia del secolo decimo nono di Benedetto Croce, Sergiuzzu si sarà sentito abbandonato. «Si è dovuto un po' arrangiare - raccontano- ha fatto da solo le sue telefonate».

Come dice Napolitano, il Quirinale può essere «una gabbia».

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