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Pressing su Padoan: "Elimini l'aumento Iva". Ma il ministro fa muro

Prossimo governo nei guai con il Def del Pd. Consiglio Ue preoccupato per i conti italiani

Pressing su Padoan: "Elimini l'aumento Iva". Ma il ministro fa muro

La battuta che comincia a circolare al ministero dell'Economia è «abbiamo un ministro dell'opposizione». Tradotto. Pier Carlo Padoan non sta favorendo il prossimo esecutivo e rischia di prendere decisioni che danneggeranno chiunque si ritroverà al suo posto nei prossimi mesi. Vero che è ancora tutto da definire e che il clima politico sta peggiorando anche su partite più semplici come l'elezione dei presidenti della Camera. Ma il titolare di via XX settembre, eletto deputato del Partito democratico, si sta muovendo come se il suo partito avesse rinunciato in partenza a fare parte della maggioranza.

La questione è quella del Def, il Documento di economia e finanza e l'aumento dell'Iva. In questi giorni è aumentato il pressing dei partiti sul dicastero di via XX settembre per dare un segnale preciso a Bruxelles. Due le strade: la prima, inserire nel documento che dovrebbe essere approvato entro il 10 aprile, un accenno alla sterlizzazione degli aumenti previsti dalle clausole (dal 22% fino al 24,2% l'aliquota principale dell'Iva, dal 10% al 11,5%).

La seconda, rinviare del tutto la presentazione del Def. Rinunciare quindi anche alla versione light, con i conti a legislazione invariata che Padoan, ministro del governo in carica vorrebbe comunque inviare. L'Europa già da tempo ha chiarito di essere disposta ad aspettare la formazione di un governo. Nessuno alla Commissione Ue farebbe barricate se non arrivasse nemmeno la versione «light» del documento. Ma il governo italiano insiste per scriverla. Se lo farà, fino all'autunno, quindi quando arriverà la nota di aggiornamento, l'unico documento ufficiale italiano a Bruxelles sarà quello con l'aumento dell'Iva. Circostanza che al ministero dell'Economia è ben presente.

Come sono ben presenti le difficoltà dei conti che il paese dovrà affrontare il prossimo anno. Una delle ipotesi che circolano al ministero dell'Economia è l'anticipo dell'aumento delle accise sui carburanti prevista per il 2020 al 2019.

Il Def dovrà comunque passare dal Parlamento. In mancanza delle commissioni permanenti, che ancora non sono state formate, come da prassi saranno composte delle commissioni speciali, dove saranno rappresentate le forze politiche in proporzione alla presenza in Parlamento. Sarà in questa sede che i partiti si confronteranno sul Def.

L'ipotesi più probabile è che passi un documento in versione light con un accenno al fatto che anche nel 2019, come è successo negli ultimi otto anni, il governo rinvierà gli aumenti dell'Iva. Poi i singoli gruppi presenteranno delle risoluzioni proprie con delle raccomandazioni al governo. Questa iptoesi, caldeggiata già da giorni dal centrodestra unito (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Noi con l'Italia) e anche dal Movimento cinque stelle, potrebbe accontentare anche il Pd. Padoan permettendo.

Resta aperta la partita con l'Europa. Ieri è iniziato un importante Consiglio europeo su alcune delle questioni chiave dell'Unione, dai Dazi Usa alla Web tax. Presumibilmente l'ultimo vertice dei capi di governo europeo del governo Gentiloni.

Il tema dei conti dell'Italia rimane sullo sfondo, ma resta una delle principali preoccupazioni in Europa.

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